18 novembre 2018

18 Novembre 2018

In quel giorno

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,24-32)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Il commento

In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà , la luna non darà più la sua luce” (13,24). Il Vangelo invita a guardare verso il giorno ultimo della storia, quando il tumulto degli eventi avrà fine. È una parola che facciamo fatica a comprendere. Immersi nella storia di tutti i giorni, portando pesi e responsabilità che assorbono tutte le nostre energie, anche il domani appare oscuro. Come possiamo guardare ancora più lontano? Eppure questo tema è assolutamente essenziale: se non sappiamo qual è il fine e qual è la meta verso cui camminiamo, come possiamo orientare i nostri passi? Chi di noi si mette in cammino senza sapere prima dove è diretto? Ogni viaggio richiede un punto di partenza e uno di arrivo. Gli uomini, spesso, ignorano sia l’uno che l’altro. Ma Gesù non vuole lasciare nell’ignoranza i suoi discepoli. Il Vangelo non è un vademecum che insegna a vivere bene sulla terra ma contiene l’annuncio che vi è un oltre che dà valore alla storia che oggi viviamo. Cosa accadrà dunque in quel giorno? Con un linguaggio misterioso, che gli studiosi definiscono apocalittico, l’evangelista presenta il punto omega della storia come il momento decisivo della rivelazione: in quei giorni tutto quello che oggi vediamo, tocchiamo misuriamo, avrà fine. Tutto quello che oggi ammiriamo avrà fine! Ma non sarà la fine, anzi proprio in quel giorno la verità apparirà in tutto il suo splendore. In quel giorno “(le genti) vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria” (13,26). Gesù non si è mai allontanato dalla storia, fedele alla promessa di restare con noi, tutti i giorni e fino alla fine (Mt 28,20). Ma in quel giorno – e solo allora! – apparirà vestito di gloria. I discepoli non attendono quel giorno, fin d’ora lo riconoscono come il Signore della storia, a Lui sottomettono ogni cosa e da Lui attendono la parola che libera e salva. Da Lui e non dai fragili progetti di una politica schiava degli interessi dei potenti di questo mondo. Oggi chiediamo la grazia di credere che “in nessun altro c’è salvezza” se non in Gesù, testimone dell’amore e principe della pace.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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