CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

“Mamma e papà, vogliamo sposarci!”

19 Novembre 2018

fidanzati

Oggi la bellissima lettera con cui una coppia di fidanzati annuncia ai genitori la decisione di celebrare le nozze. Don Silvio: “Una lettera come questa sfugge alla cronaca dei media ma appartiene di diritto alla storia di Dio. Ci sarà sempre una sproporzione tra quello che gli uomini registrano come fatti significativi e quello che pesa agli occhi di Dio”.

Cari amici,

la lettera che oggi condivido con voi è stata scritta da due giovani che annunciano ai genitori il desiderio di celebrare le nozze per sigillare il cammino del fidanzamento. Una lettera inusuale, carica di intensa emotività ma anche ricca di provocazioni.

Il ruolo dei genitori appare in primo piano: il matrimonio dunque non è un affare privato, una scelta che i giovani fanno come e quando vogliono, ma s’inserisce in una storia più ampia che trova nei genitori i suoi pilastri essenziali. Nelle parole dei giovani ci sono passaggi commoventi in cui l’amore ricevuto in famiglia è descritto come l’indispensabile premessa di quell’amore che oggi essi sono capaci di donare l’uno all’altro. La famiglia dunque appare come ambiente educativo, esperienza affettiva che insegna ad amare gratuitamente.

Nella lettera non emerge solo la cornice familiare ma anche quella ecclesiale: questa coppia vive un’intima esperienza di fede ed ha acquisito la convinzione che l’amore non è un sentimento privato ma una buona notizia che incarna l’unico Vangelo nell’oggi della storia. La fede permette loro di vedere il matrimonio non solo come la realizzazione di un desiderio ma come la risposta fedele ad una chiamata, come un dono che viene dal Cielo e insieme una responsabilità affidata alla loro fragile umanità.

Una lettera come questa sfugge alla cronaca dei media ma appartiene di diritto alla storia di Dio. Ci sarà sempre una sproporzione tra quello che gli uomini registrano come fatti significativi e quello che pesa agli occhi di Dio. A me piace condividere queste pagine nascoste in cui s’intravede un riflesso della grazia, di quell’agape divina che attraversa i secoli. Immagino la gioia profonda di due fidanzati quando scoprono che l’amore che li tiene uniti non è soltanto un sentimento umano, per quanto sincero, ma un’eco dell’amore di Dio che ciascuno comunica all’altro. Un amore così inteso e vissuto, nonostante tutti i limiti umani, è cosa sacra.

Leggendo questa lettera, per contrasto, ho pensato al recente Sinodo dedicato ai giovani. Il tema era stato individuato con precisione: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Scorrendo il documento finale – ma anche la cronaca dei lavori – non trovo la parola fidanzamento né mai si parla di accompagnare i fidanzati nel loro cammino verso la celebrazione nuziale. Eppure sappiamo che questa stagione diventa sempre più importante e sempre più ampia dal punto di vista cronologico. Il documento insiste sulla necessità di accompagnare i giovani ma in nessun caso si fa riferimento a quella stagione luminosa e decisiva in cui l’amore prende dimora. È piuttosto strano. Nel testo trovo solo un accenno (n. 95) e un paragrafo in cui si chiede di valorizzare gli itinerari di preparazione al matrimonio (n. 162). A me pare troppo poco e troppo generico. Anche il riferimento al ruolo educativo della famiglia, che pure viene richiamato (nn. 32-33) non è pensato in relazione al discernimento vocazionale, e quindi al matrimonio che, per la stragrande maggioranza dei giovani, rappresenta la meta privilegiata.

Il documento appare piuttosto lacunoso proprio in relazione al discernimento vocazionale. I giovani invece hanno bisogno di essere sostenuti e orientati, l’amore è una realtà bellissima e fragile, come tutte le cose umane. Una lettera come quella che oggi pubblichiamo è frutto di un cammino paziente che i giovani hanno fatto grazie ad una Fraternità ecclesiale e alla testimonianza di coloro che sono chiamati a guidare i giovani nell’esperienza di fede. Sono piccole cose che nessuno vede ma sono quelle che costruiscono il Regno di Dio. Qui ed ora. Alla vostra preghiera affido questa coppia di nubendi e tutti gli altri giovani che si stanno preparando alle nozze. Un caro saluto.

 

Mamma e papà sono Ilaria,

vi scrivo questa lettera anche se a pensarla e redigerla insieme a me c’è anche colui che Dio mi ha donato come compagno per la vita: Francesco. Molte volte, da piccola ho immaginato il momento in cui l’uomo che amavo avrebbe chiesto la mano al mio papà, lo immaginavo come la consegna di un dono prezioso, ho sempre creduto fosse una cosa realmente seria, un momento veramente importante.

Conoscete già il nostro desiderio di convolare a nozze ma non ne abbiamo mai parlato in maniera ufficiale e questa lettera è il modo che abbiamo scelto di adottare per comunicarvelo con il cuore in mano. Forse vi chiederete perché abbiamo scelto di scrivere una lettera. In effetti non è usuale ma siamo convinti che mettere nero su bianco ci possa aiutare ad esternare sentimenti ed emozioni che difficilmente potrebbero trovare spazio se comunicati a voce.

Partiamo dal principio. Il desiderio di sposarci nasce dall’amore che avete saputo seminare in noi, non ho mai creduto che la felicità si trovasse nelle cose materiali, nell’avere un buon lavoro o una bella macchina o un cospicuo conto bancario. Agli occhi degli altri questo potrebbe apparire strano ma so che voi potete ben capire quello che intendo. Queste convinzioni sono dovute al modo in cui ci e mi avete cresciuta. Quando ero piccola e papà mi stringeva tra le sue braccia mi sentivo al sicuro, mi sentivo amata, riuscivo a percepire la totalità di quell’amore, anche se solo in maniera intuitiva potevo capire che quel padre che abbracciava teneramente la figlia non aveva bisogno di altro, era completamente appagato dalla forza dell’amore che solo un genitore può provare.

Erano quei momenti a seminare in me la consapevolezza dell’amore vero, il desiderio di eternità, quei momenti potevano spostare la bussola della vita sui valori che contano e che non hanno scadenza. Ed è questo che ho sempre ricercato durante gli anni della mia adolescenza e della mia giovinezza, ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia in cui l’amore non era una parola vuota, una famiglia riscaldata dal calore dei sentimenti. Il vostro esempio è stato per me fondamentale. Un marito totalmente innamorato di sua moglie anche dopo tanti anni di matrimonio; e una moglie che riesce a guardare ancora con gli occhi complici e sereni il suo sposo, la serenità che solo il sentimento vero può darti. Tutto ciò è stato per me un forte esempio. Desidero diventare come voi, vorrei seguire le orme del vostro amore e spero ardentemente che la vita mi doni questa fortuna. Il fatto di aver trovato un ragazzo animato dai miei stessi valori è stato per me un segnale di speranza, sono certa di aver trovato un’anima buona e amorevole con cui poter condividere i giorni della vita, un compagno con il quale realizzare quel progetto di eternità che Dio ha seminato in ciascuno di noi.

Io e Francesco abbiamo avuto modo di conoscerci a fondo in questi nove anni di fidanzamento. Sono tanti! Il fidanzamento è un tempo utile e necessario ma deve avere una scadenza, non può protrarsi a lungo, altrimenti si rischia di rovinare l’amore che desidera ancora e sempre crescere. Per questo crediamo che sia giunto il momento di celebrare le nozze. Ci sentiamo pronti. Il nostro desiderio è di sposarci entro il 2020. Per quanto possa sembrare assurdo, questa data è per noi assai importante perché ci è stata suggerita una sera in adorazione davanti al Signore.

Da quando Dio è entrato nella nostra vita, abbiamo deciso di essere docili alla Sua guida, vogliamo che sia Lui a scrivere la nostra storia di salvezza. Sembra strano anche a me questo cambiamento radicale che condivido assieme a Francesco ma questo cammino di fede sta davvero rivoluzionando la nostra vita, stiamo vivendo momenti molto particolari di crescita interiore e di conoscenza reciproca e profonda e per quanto questo passo del matrimonio possa in minima parte spaventarci (chi non lo è?!), abbiamo deciso di fidarci e affidarci.  Vogliamo fidarci dell’Amore che ci chiede di fare questo passo; sentiamo forte dentro di noi il desiderio di creare una famiglia tutta nostra, di dare una casa al nostro amore.

Ora che vi abbiamo aperto il nostro cuore, a voi genitori, a voi che ci avete generato, cresciuti e amati, chiediamo la vostra benedizione (Bene-dire, vogliamo che di noi e su di noi possiate sempre dire bene).

Siamo consapevoli che nello stesso anno avremo anche il matrimonio di Luana ma siamo certi che possiamo vivere entrambi gli appuntamenti come un momento di grazia. Attendiamo con trepidazione il vostro benestare. Con questa abbiamo cercato di aprire il cuore e di spiegare le nostre ragioni, il perché di tanta fretta. A voi l’ultima parola.

Vogliamo custodire questa scelta con gioia e ciò sarà possibile solo se vedremo nei vostri occhi e nei vostri cuori la giusta emozione e solo se riuscirete a gioire insieme a noi e per noi.

Vi vogliamo un bene dell’anima. Dal nostro cuore al vostro cuore.

Ilaria e Francesco

 




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