
Non tutti
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,45-48)
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
Il commento
Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano” (19,45). Tra l’ingresso in Gerusalemme e il tempio non c’è alcuna sosta, Gesù va diritto alla sorgente, si reca nel luogo più santo della città santa. Il tempio per l’israelita è la dimora di Dio, il luogo sul quale sono rivolti gli occhi del Signore, come pregava il re Salomone quando il Tempio fu inaugurato: “Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa” (1Re 8,29). Dio guarda e ascolta il grido di quanti entravano in quello spazio santo per consegnare a Dio intenzioni e preghiere. Gesù va nel tempio, nel luogo dove tutto è rivolto a Dio e tutto parla di Dio. Va nel tempio per cercare un popolo che cerca Dio e vive di Dio, un popolo che confida in Dio. E invece si scontra con uno spettacolo che ai suoi occhi appare desolante. Forse ai nostri occhi non avrebbe detto niente, come non appariva affatto scandaloso agli occhi di quelli che frequentavano il Tempio e forse anche dei suoi discepoli. Ma il Figlio di Dio non sopporta quello non fa risplendere la santità di Dio. Per questo interviene con decisione. Gesù entra nel Tempio e scaccia i mercanti. Tra questi due eventi c’è una stretta correlazione: Lui entra e gli altri escono, Lui entra e costringe gli altri a uscire. La Chiesa è una casa aperta a tutti ma nessuno è obbligato ad entrare e nessuno può rimanere se non s’impegna ad allontanare tutto quello che non è compatibile con la presenza di Dio. Gesù è venuto per chiamare tutti. Ma possono entrare e rimanere solo quelli che cercano Dio con cuore sincero. Il Signore vuole che la dimora di Dio diventi “casa di preghiera” (19,46), cioè una comunità in cui tutti si riconoscono figli dell’unico Padre. Quando parla di preghiera non si riferisce solo alla manifestazione verbale ma indica uno stile di vita in cui Dio è l’alfa e l’omega, la sorgente e la meta.
Signore Gesù, oggi Ti chiediamo la grazia di lottare con determinazione contro tutto ciò che ci impedisce di accoglierti come il Dio della vita.
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