Scuola

Resurrezione o reincarnazione: cosa rispondere ai ragazzi?

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di Elisabetta Cafaro

Preparo una lezione sull’esistenza dell’anima, entro in classe convinta di me e poi nel giro di un minuto qualcosa cambia…

A scuola ogni giorno è una scatola chiusa pronta a regalarti l’imprevedibile e quando varchi la soglia della classe che ti aspetta, pur avendo preparato la migliore delle lezioni, ti rendi conto che tutto può succedere quando sei a contatto con i giovani. Volevo affrontare argomenti delicati: l’esistenza dell’anima, la speranza, la resurrezione ma subito i ragazzi così svegli e attivi, mi hanno rilanciato la palla offrendomi il tema della reincarnazione.

Sono argomenti che non è semplice trattare, soprattutto a scuola, un mondo sempre più variegato. Ma in fondo l’esistenza dell’anima è la base da cui partono le religioni per cui non ho paura di scontrarmi con chi è di un altro credo o con chi, semplicemente, non crede. Per quanto possiamo interrogare la nostra intelligenza e la nostra ragione nessuno ha risposte certe in questi ambiti, ma tutti abbiamo l’intima certezza di non essere solo un corpo che cammina, sottoposti alle leggi della consumazione della materia. Tutti, anche chi non lo ammette, sappiamo di essere un profondo mistero.

Ebbene, per tornare alla lezione, la logica dice che con il termine anima gran parte dell’umanità intende una realtà immateriale. Come tale, può essere oggetto di indagine filosofica o teologica o metafisica, ma non di indagine scientifica. Spesso confusa con la coscienza di sé, l’anima è fatta di tutt’altra pasta. Potremmo mai sostenere che un neonato non ha anima perché non ha coscienza di sé?

Su internet, però, come mi fa notare Gianluca, un mio alunno di seconda liceo, spopolano video su storie di reincarnazione ovvero di persone senza “un’identità definita”. Sembrano film di fantascienza, romanzi ben articolati per carpire l’attenzione. Se fossero veri sarebbe “spaventoso”. Vivere una vita ricordandone un’altra è molto triste. Non ho preparato un lezione sulla reincarnazione ma il mio percorso di fede mi viene in soccorso e allora provo a spiegare loro quello che so. La reincarnazione toglie all’uomo l’identità di persona unica e irripetibile. La resurrezione di Gesù Cristo invece, ci dice che ogni anima è un unicum, ed è fatta per vivere per sempre.

I ragazzi tacciono, esitano, si interrogano, non so alla fine quale risposta si daranno, tutto quello che mi è dato è vedere le loro espressioni perplesse e questo mi dice che ho messo in discussione le loro conoscenze. Tanto mi basta. La campanella suona troppo presto e la collega è già alle porte che aspetta di entrare per la sua lezione. Devo andare via anche se non vorrei lasciarli, tuttavia so che mi aspetteranno la prossima volta per propormi altri interrogativi e alla fine anche io imparerò a preparare lezioni, lasciando un vuoto tra le righe, lo spazio dell’imprevisto, lì dove Dio scriverà le sue parole.




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1 risposta su “Resurrezione o reincarnazione: cosa rispondere ai ragazzi?”

L’anima è qualcosa di unico, intimo e personale. Siamo noi senza scorze o muri protettivi. Siamo noi stessi senza riserve o atteggiamenti utili solo per rendersi più adatti ad una società di massa. A prescindere dal proprio credo, l’anima resta qualcosa di inimitabile, a volte non arriviamo neppure a cogliere la vera anima di qualcuno che ci circonda, tanta la sua profondità. In questo senso la nostra vita diventa unica e irripetibile, così da non ammettere l’esistenza di qualcosa come la reincarnazione. Le domande sono ancora tantissime, ma la risposta in fondo è semplice: siamo noi stessi.

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