BRICIOLE diBriciole di Vangelo - Avvento

20 dicembre 2018

20 Dicembre 2018

Un Dio vulnerabile

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Il commento

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret” (1,26). Se l’intera storia della salvezza trova il suo compimento nell’Incarnazione del Verbo (Mt 1,16; Gv 1,14; Eb 1,1), Maria è la creatura che più di ogni altra è posta nel cuore di questo mistero. Ella ha avuto senza dubbio un ruolo privilegiato in questa straordinaria esperienza della grazia, Il volto luminoso di Maria diventa icona dell’umanità redenta, annuncio di quella grazia che Dio vuole riversare sull’umanità. Il racconto dell’annunciazione è una delle pagine più conosciute e proposte nella liturgia. È fin troppo ovvio leggerlo contemplando il cuore e il volto della giovane fanciulla che accoglie la Parola con un’obbedienza che sfida ogni ragione. È bene tuttavia anche soffermarsi sul Mandante. Questo episodio evangelico offre un’immagine inedita di Dio: appare, infatti, un Dio che bussa alla porta della sua creatura; non comanda, ma chiede; non impone, ma si espone. Un Dio onnipotente può far tutto ciò che vuole, come annuncia il salmo: “Egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto” (sal 33,9). L’angelo che si presenta nella casa di Nazaret, invece, è messaggero di un Dio che non vuole fare tutto da solo ma chiede all’umanità di collaborare con Lui. Un’immagine totalmente nuova: Dio e l’uomo, cielo e terra, grazia e libertà. Occorre sempre sottolineare la congiunzione che unisce poli infinitamente distanti. Siamo dinanzi ad un Dio apparentemente debole e vulnerabile perché chi chiede dimostra aver bisogno dell’aiuto di un altro. In realtà è un Dio che ama perché, come scrive Teresa di Lisieux, “è proprio dell’amore abbassarsi” (Ms A 2v). La Natività ci fa incontrare un Dio che si spoglia della sua veste regale per indossare i panni logori della nostra umanità. Si fa uno di noi per renderci simili a Lui. Si fa piccolo per invitarci ad essere umili. Si fa povero per insegnarci ad amare la precarietà. Confidando nell’intercessione della Vergine Maria oggi chiediamo la grazia di imparare a camminare sulle orme del Dio fatto uomo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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