
Sei Tu la garanzia
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Il commento
“Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino” (2,16). La scena evangelica ci invita a contemplare nuovamente l’evento della nascita con lo sguardo stupito dei pastori che, in tutta fretta, si muovono nella notte e trovano il luogo dove si trova il Bambino appena nato. Anche noi siamo invitati a cercare il luogo dove si trova Gesù. Questo incontro appartiene ai beni essenziali, quelli che danno senso e valore alla vita. In queste ore, sfidando ogni ragionevolezza, gli auguri si sprecano, tutti sperano in un futuro migliore, anche se pochi s’impegnano a costruirlo con scelte adeguate. La fede offre uno sguardo realistico sulla storia e chiede di coltivare una speranza affidabile. Possiamo guardare il futuro con fiducia non perché ci sentiamo capaci di affrontarlo ma perché sappiamo che un “Bambino è nato per noi”. La speranza “è scritta nel volto di un Bambino che duemila anni fa è nato a Betlemme e che oggi è il Vivente, per sempre risorto da morte. Nel tessuto dell’umanità lacerato da tante ingiustizie, cattiverie e violenze, irrompe in maniera sorprendente la novità gioiosa e liberatrice di Cristo Salvatore, che nel mistero della sua Incarnazione e della sua Nascita ci fa contemplare la bontà e la tenerezza di Dio. Dio eterno è entrato nella nostra storia e rimane presente in modo unico nella persona di Gesù, il suo Figlio fatto uomo, il nostro Salvatore, venuto sulla terra per rinnovare radicalmente l’umanità e liberarla dal peccato e dalla morte, per elevare l’uomo alla dignità di figlio di Dio” (Benedetto XVI, Omelia, 31 dicembre 2006). Oggi contempliamo Gesù con gli occhi di Maria, sua Madre. E con Lei preghiamo.
Signore Gesù, sei Tu l’Atteso delle genti, la speranza dell’umanità. Tu solo puoi saziare i desideri infiniti del nostro cuore, Tu solo puoi colmare di gioia ogni nostra attesa. Tu solo puoi donare lo Spirito che dona luce e forza. Tu solo puoi donare la Parola che rischiara il cammino. Sei Tu la garanzia che questo tempo ha valore, il punto fermo in una storia in cui tutto cambia. Sei Tu la primizia che questi fragili giorni della vita troveranno compimento nell’eterna beatitudine. Amen
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