10 gennaio 2019

10 Gennaio 2019

Nell’oggi della storia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,14-22a)
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

Il commento

Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione…” (4,18). Tra i Vangeli della manifestazione la liturgia propone anche l’episodio in cui, nel villaggio in cui è cresciuto, Gesù si presenta come il Messia atteso. La scena avviene nella sinagoga dove, ogni sabato, la comunità credente si ritrova per ascoltare quella Parola che il tempo non consuma. Il luogo non è affatto secondario. Né dobbiamo trascurare il fatto che l’annuncio di Gesù risuona all’interno di una liturgia in cui viene proclamata la Parola che Dio ha consegnato al suo popolo. Colui che viene a compiere le promesse dei profeti, s’inserisce nel solco di una storia secolare. Quel giorno fu chiesto proprio a lui di leggere e commentare il rotolo del profeta. Quella di Gesù è certamente una parola nuova ma sgorga da quella antica. È bello sottolineare la continuità tra la prima e la seconda alleanza. Il conflitto con gli ebrei, che ha accompagnato per molti decenni l’avventura del cristianesimo, avrebbe potuto determinare anche una netta separazione delle Scritture. La comunità cristiana, invece, riconosce in Gesù colui che porta a compimento la storia di salvezza iniziata con Abramo. La parola nuova non toglie valore a quella antica. Al contrario, mostra la sua straordinaria fecondità. La parola che Gesù proclama quel giorno appartiene all’esperienza successiva all’esilio babilonese, in un tempo segnato dalla fatica della ricostruzione, il profeta annuncia un tempo di grazia in cui Dio realizzerà una storia nuova in cui i poveri e gli oppressi troveranno misericordia (Is 61, 1-2). Dopo aver letto la Parola, il Rabbì afferma con sorprendente autorità: “Oggi si è adempiuta questa scrittura” (Lc 4,21). Un annuncio sorprendente che suscita prima lo stupore, poi un aperto dissenso e infine il tentativo di uccidere quello che agli occhi dei suoi concittadini appare come un ciarlatano (4, 28-30). Non era facile dar credito ad un uomo che non sembrava affatto capace di realizzare nell’oggi quella parola profetica. Noi invece abbiamo mille e buoni motivi per confermare la nostra fede. Ed è la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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