11 febbraio 2019

11 Febbraio 2019

Quanti lo toccavano

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,53-56)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

Il commento

Accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati” (6,55). Una scena carica di pathos e di speranza. L’evangelista descrive una folla anonima di gente che viene da tutta la regione portando gli ammalati. La presenza di Gesù è come una luce che lascia intravedere un’insperata possibilità di guarigione. Nessuno torna a mani vuote: “Quanti lo toccavano venivano salvati [esōzonto]” (6,56). Marco però utilizza un verbo [sōzō] che non significa guarire ma salvare. Non vuole presentare Gesù come un guaritore ma il Messia che dona a tutti la salvezza. Non è venuto a liberare l’uomo dai mali della vita ma dal peccato che sta all’origine di tutto il male che è nel mondo. Un’immagine eloquente che disegna la missione ecclesiale. Sulle orme del suo Maestro, la Chiesa deve manifestare tutta la sua compassione per l’umanità sofferente e intervenire per contrastare o alleviare il dolore che pesa sulle spalle di tante persone. Ma non può né deve confondersi con la Croce Rossa. Essa deve combattere non solo gli effetti ma anche la sorgente del male. Se non estirpiamo la causa, il male ricompare più forte di prima. Perché vi sono tanti conflitti e tante ingiustizie? Perché l’uomo non mette da parte l’odio? Non basta dare la colpa al perverso sistema sociale e politico. I potenti hanno le loro colpe e dovranno rendere conto a Dio. Ma la causa ultima del male si chiama peccato e si annida nel cuore dell’uomo. È qui che deve arrivare l’azione della Chiesa.

Quando parlo della Chiesa faccio riferimento all’opera che ciascuno può e deve fare. Abbiamo un duplice compito: da una parte combattere il peccato, radice di ogni male; e dall’altra accogliere le persone e curare le loro ferite. Non sono due strade alternative ma complementari. Con l’annuncio della Parola e la grazia dei sacramenti liberiamo l’uomo dal peccato; con le opere di carità concreta veniamo incontro a chi soffre. Padre Santo, insegnaci a lottare contro il male e, quando ci vedi rassegnati e stanchi ai bordi della strada, donaci il coraggio di riprendere il nostro cammino. Fino alla fine.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.