CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Non siete soli. Una Giornata dedicata agli sposi

11 Febbraio 2019

sposi

Come far entrare la fede in famiglia? E come fare della fede la luce che illumina ogni cosa? Non è l’unica domanda ma sono certo che, se iniziamo a rispondere a questa, sarà più facile individuare una strada a tutte le altre questioni, anche a quelle più spinose.

Hanno risposto in tanti, sono venuti da luoghi diversi della Campania per vivere l’annuale Giornata di spiritualità coniugale proposta dalla Fraternità di Emmaus. Una Giornata dedicata proprio e solo a loro, a questi umili operai che quotidianamente cercano di custodire l’amore coniugale e la famiglia. Sono questi i veri pilastri dell’impalcatura sociale e tuttavia, dobbiamo constatare che questi beni essenziali sono poco considerati. Anche nella comunità ecclesiale, al di là di una generica attenzione alla famiglia, si fa poco. Troppo poco.

Di fatto, la famiglia è relegata in un angolo, quasi dimenticata. Nessuno dà voce ai problemi reali che la comunità domestica ogni giorno deve affrontare.

Come sostenere la coniugalità dalle insidie di un individualismo sempre più esasperato? Chi insegna la grammatica dell’amore umano? Chi aiuta gli sposi a tradurre i sentimenti in una comunione che abbraccia tutta la vita e tutto nella vita? Chi sostiene e oriente i passi degli sposi nella via dell’esigente coniugalità? Come prevenire le crisi della coppia e/o chi e come può aiutare gli sposi ad affrontare quelle situazioni in cui la vita coniugale diventa un’autentica via crucis?

Sono queste le domande più urgenti a cui dovrebbe rispondere la comunità ecclesiale, domande talvolta drammatiche perché nascono da vicende dolorose. Mi capita spesso di incontrare sposi che mi consegnano le loro storie, cariche di amarezza. La moglie abbandonata dal marito che ancora si domanda se ha fatto tutto il possibile per custodire l’amore. Una coppia in cui la conflittualità è diventata il pane quotidiano. Un’altra coppia che ha paura di accogliere altri figli a causa di seri problemi di salute. Sposi che hanno compreso l’importanza di vivere la sessualità nella luce di Dio ma non conoscono i metodi naturali e non sanno da dove partire. Una coppia che viveva in una placida convivenza fino a quando non ha incontrato amici che hanno testimoniato e proposto la fede come un bene essenziale. Una coppia di separati che ha trovato nella nuova esperienza affettiva l’amore sempre desiderato ma che vive con grande sofferenza la particolare condizione. E poi ci sono i genitori che soffrono a causa dei figli… ma questo è un capitolo che va affrontato a parte.

Il ventaglio è piuttosto ampio. La vita familiare è attraversata da tante sofferenze e non poche delusioni. Tante volte mi sono reso conto che le mie parole non potevano alleviare, se non in minima parte, la tristezza e l’angoscia. Solo Dio può farlo! Solo Lui può portare luce e speranza nel labirinto di un cuore che ha smarrito la strada. Solo Lui può ridare agli sposi il coraggio di uscire dalla paura del fallimento per rimettersi in gioco e ricominciare a tessere la trama dell’amore. Per questo, il primo e fondamentale impegno che dobbiamo mettere in campo è quello di dare agli sposi la possibilità di incontrare Dio, il Dio della vita e dell’amore. È vero, ci sono tanti problemi sociali ed economici che condizionano pesantemente la vita familiare. Sono tutte questioni da affrontare e avviare a soluzione. E tuttavia, abbiamo l’intima certezza che senza Dio, tutto il resto è acqua fresca, anzi rischia di essere un inutile diversivo.

Leggi anche: “Cari sposi, facciamoci santi insieme”

Come far entrare la fede in famiglia? E come fare della fede la luce che illumina ogni cosa? Non è l’unica domanda ma sono certo che, se iniziamo a rispondere a questa, sarà più facile individuare una strada a tutte le altre questioni, anche a quelle più spinose. Talvolta ci sentiamo come Davide di fronte a Golia, ci sembra di combattere una battaglia impari. Davide vinse ma non fu sua la gloria.

La Giornata di spiritualità coniugale non è un convegno con relatori e conferenze ma uno spazio in cui ci mettiamo tutti in ascolto di Dio e di quello che egli compie nella storia degli uomini. È questo il punto di partenza per fare della famiglia una chiesa domestica, un luogo in cui la fede predicata e praticata risplende, nonostante tutti limiti umani.

Gli sposi hanno bisogno di sapere che non sono soli ma possono contare sulla presenza di una Chiesa che si prende cura di loro e per loro mette in campo le migliori energie. Punto Famiglia cerca di fare la sua parte.

Don Silvio




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.