
Ascoltate me
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,14-23)
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Il commento
“Chiamata di nuovo la folla, diceva loro” (14,23). Gli scribi e i farisei venuti da Gerusalemme sono partiti, restano i discepoli e la folla. Cambia il modo di comunicare: con i farisei Gesù assume un tono polemico perché sono distanti anni luce e non sono per niente disposti al dialogo; alla folla, invece si presenta come un pastore buono che si preoccupa di dare il nutrimento essenziale. E difatti l’insegnamento qui viene proposto nella cornice di una confidenza, Gesù chiama la folla a venire presso di sé e spiega “di nuovo”: l’avverbio indica l’insistenza e la premura ma anche la responsabilità del Maestro che non vuole lasciare dubbi o perplessità. Egli sa bene che la sua dottrina è diversa rispetto alla tradizione. Per questo introduce la spiegazione con un’espressione quanto mai significativa: “Ascoltatemi e comprendete bene!” (7,14). Prima dei contenuti, è bene sottolineare il valore di queste parole che rappresentano, al tempo stesso, un’esortazione e un ammonimento. Potremmo tradurre: “Ascoltate me”. Come se dicesse: “Se volete capire, fidatevi di me, non vi lasciate ingannare da altre voci, ascoltate bene quello che ho da dirvi”. La sua Parola non ci porta nei sentieri del già detto ma è come una luce improvvisa che permette di guardare la realtà in modo nuovo.
L’ammonimento evangelico è di grande attualità. Dobbiamo purtroppo riconoscere che tanti battezzati sono assolutamente ignoranti nelle cose di Dio, conoscono poco o niente della fede. Non mi riferisco a quanti vivono ai margini dell’esperienza ecclesiale ma a quelli che frequentano la mensa eucaristica. Se non sono consapevoli della propria fede, come potranno diventare testimoni appassionati del Vangelo? E come potranno resistere dinanzi ad una cultura sempre più invadente che stravolge la grammatica della vita sociale? Oggi preghiamo per i vescovi e i presbiteri perché, sulle orme del buon Pastore, sappiano nutrire il popolo di Dio con il pane della verità.
Nessun commento per “Ascoltate me”