18 febbraio 2019

18 Febbraio 2019

La pianticella della fiducia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 8,11-13)
In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

Il commento

In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno” (8,12). Gesù svolge il suo ministero in contesto carico di luci e di ombre: da una parte la gente che lo cerca con fiducia e lo ascolta volentieri; e dall’altra scribi e farisei che lo guardano con diffidenza. Nella pagina che oggi meditiamo sono i farisei che lo interpellano e gli domandano un segno dal cielo (8,11). Sembra un gesto di fiducia, in realtà è la manifestazione evidente che non hanno fiducia e pretendono di ricevere un segno straordinario capace di azzerare ogni dubbio. Gesù non può accogliere una richiesta di questo tipo e dichiara con autorità – “in verità vi dico” – che non sarà dato alcun segno. I buonisti di oggi potrebbero leggere questa reazione come una chiusura al dialogo e una mancanza di carità. Il Figlio di Dio non può rispondere alla pretesa arrogante di chi vuole imporre i propri criteri. I farisei si arrogano il diritto di misurare l’agire di Dio. La fede, invece, ci fa diventare discepoli che non pretendono di capire tutto ma si abbandonano fiduciosi come un bambino in braccio a sua madre (Sal 131).

Facile criticare i farisei. Se rileggiamo le vicende della nostra vita, forse ci accorgiamo che anche noi tante volte ci siamo comportati allo stesso modo. Ad esempio, quando abbiamo detto: “Se Dio parlasse più chiaramente, se ci facesse capire in modo più evidente la sua volontà… saremmo pronti a partire,  a fare questo e quello”. Vorremmo che tutto fosse avvolto di luce; vorremmo che il nostro sì fosse privo di dubbi, vorremmo non incontrare lo sguardo perplesso degli amici… In realtà credere significa affidarsi a Dio nonostante tutte le ombre che accompagnano la nostra vita. Credere significa gettarsi nelle braccia di Dio quando sentiamo gli affanni e la paura bussa alla porta del cuore. In questi casi, ad alta voce e con piena convinzione, dobbiamo ripetere: mi fido di Dio! Ed ecco, nella misura in cui manifestiamo con sincerità la nostra fiducia, appare la luce… Oggi chiediamo la grazia di coltivare la pianticella della fiducia.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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