20 febbraio 2019

20 Febbraio 2019

La mano di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 8,22-26)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

Il commento

Giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo” (8,22). Siamo in Galilea, nei luoghi che Gesù frequenta abitualmente. La gente lo conosce e si rivolge a Lui con fiducia e gli affida le situazioni in cui si sente totalmente impotente. In questo caso gli chiede di guarire un cieco. Gesù accoglie quell’uomo, non discute, non chiede di ritornare in un’altra occasione, non pone condizioni. La sua immediata e totale disponibilità rivela l’amore che Dio vuole comunicare ad ogni uomo. Il Rabbì di Nazaret si preoccupa però di compiere il miracolo lontano dagli occhi indiscreti: “Allora preso il cieco per manolo condusse fuori del villaggio” (8, 23). È una scena confidenziale ma il verbo [epilambánomai] significa anche afferrare o soccorrere qualcuno che è in pericolo. Troviamo lo stesso verbo nella scena in cui Pietro si dibatte nelle acque e viene salvato dal Maestro (Mt 14,31). L’immagine evangelica lascia intravedere l’esperienza di fede, come scrive Edith Stein: “In fondo ciò che devo dire è sempre una piccola, semplice  verità: come imparare a vivere con la mano nella mano del  Signore” (La mistica della croce, 19). È questa la fede del salmista: “Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo /e si compiace della sua via. / Se egli cade, non rimane a terra, /perché il Signore sostiene la sua mano” (sal 37, 23-24). Tutto semplice, in apparenza. In realtà, questo camminare nasce dal fidarsi di Cristo, dalla disponibilità a lasciarsi condurre da Lui. È Lui il Maestro, Lui solo conosce la strada. Il vero cammino di fede inizia solo quando consegniamo a Dio il timone della vita. Quell’uomo non oppone resistenze perché sa bene di essere cieco. Noi invece crediamo di conoscere la strada e opponiamo molte resistenze. È stato scritto giustamente che amare significa dare a qualcuno potere su di noi. La stessa cosa, e in misura assai più profonda, avviene nel legame con Cristo.

Signore, donami la grazia di fidarmi di Te e di consegnare a Te ogni desiderio. Tu conosci la via, Tu sei la Via. Vinci le mie paure. Con Te anche le strade più oscure diventano sentieri fasciati di luce. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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