22 febbraio 2019

22 Febbraio 2019

Diventare Pietro

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Il commento

E voi chi dite che io sia?» (16,15). Un passaggio decisivo nella vita degli apostoli. La scena avviene in un contesto confidenziale, ci sono domande che possono essere fatte solo quando ci ritroviamo in un clima d’intimità. È Pietro che risponde ma l’evangelista ci tiene a sottolineare che le sue parole sono il riflesso di una luce che viene dall’alto (16,17). Pietro non è il più bravo né quello più capace ma è la persona che Dio ha scelto per un compito di particolare responsabilità: “Tu sei Pietro e su questa pietra..” (16,18). Nella simbologia biblica la roccia è Dio stesso: “Egli è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie” (Dt 32,4). Dicendo “tu sei”, gli comunica una nuova identità. Ma ogni dono deve essere accolto con libera consapevolezza. Simone è chiamato a diventare Pietro. Non è dunque un titolo di onore ma una grazia e un impegno. È come se dicesse: “Resta ben radicato nella Roccia! Solo così potrai diventare la pietra sulla quale verrà edificata la Chiesa”. Quanto più Pietro si riconosce umile servo e resta aggrappato a Dio, tanto più potrà svolgere il suo ministero con autorità e confermare i fratelli nella fede.

Oggi siamo chiamati a pregare con particolare amore per il Santo Padre perché eserciti il suo ministero come “servus servorum Dei”. Caterina da Siena (1347-1380) ha pregato per l’unità della Chiesa ed ha contribuito non poco per riportare il Papa a Roma, nella città dove Pietro aveva versato il suo sangue. La Santa iniziava ogni lettera con queste parole: “Io Caterina, serva dei servi di Gesù, ti scrivo nel prezioso suo Sangue”. Si presenta con lo stesso titolo che, a partire da Gregorio Magno (VI secolo), viene usato per identificare il Papa. In unione con tutti i santi che hanno difeso il Papa e l’unità della Chiesa, anche noi c’impegniamo a servire la Chiesa con umiltà e generosità:

Signore, ti consegno la mia vita, ti offro ogni cosa, non importa se posso fare poco o molto, ciò che conta è che tutto sia fatto unicamente per manifestare il tuo amore e la tua gloria.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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