24 febbraio 2019

24 Febbraio 2019

Una pagina autobiografica

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,27-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non richiederle indietro. E come volete gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

Il commento

A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano” (6,27). Una parola forte, anzi una provocazione che fa capire quanto il nostro modo di pensare e di agire sia lontano da quella proposta che il Vangelo chiede a tutti i discepoli di Gesù. In questo brano, che Luca ha in comune con Matteo (Mt 5, 39-48), emerge un’immagine del cristianesimo che dopo duemila anni appare non solo rara ma forse anche incomprensibile. Eppure sono proprio pagine come queste che permettono di capire la straordinaria novità che il Vangelo ha portato nella storia e che, nonostante la debolezza umana, si è manifestata in una molteplicità di testimonianze e di opere. Quanti cristiani hanno preso sul serio questo insegnamento ed hanno affrontato il male con le armi dell’amore! A loro dovremmo lasciare la parola. Se volessimo fare la lista, avremmo solo l’imbarazzo della scelta. Le parole del Vangelo vanno attentamente meditate ma per capire questo brano è opportuno premettere questa considerazione. Quando scrive il Vangelo l’evangelista Luca ha presente tutta la vicenda di Gesù, egli scrive pensando alla sua testimonianza, sigillata con la croce. Prima di essere un comandamento, consegnato alla coscienza dei credenti, queste parole sono un racconto autobiografico: Gesù, infatti, parla di se stesso e svela il vero volto di Dio. Lui si è lasciato spogliare di ogni diritto, ha subito la violenza senza gridare vendetta, ha perdonato e pregato per i nemici (Lc 23,34). Leggiamo dunque questa pagina avendo sullo sfondo la passione di Gesù. Dalla contemplazione del Crocifisso scaturisce l’amore che circola nella comunità dei credenti, come annuncia l’apostolo Paolo: “camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” (Ef 5,2). Oggi chiediamo la grazia di imparare a misurare la vita con il metro dell’amore che Dio ci ha rivelato e donato per mezzo del suo Figlio Gesù.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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