27 febbraio 2019

27 Febbraio 2019

Non è un editto di tolleranza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,38-40)
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».

Il commento

Chi non è contro di noi è per noi” (9,40). Queste parole sigillano un bellissimo insegnamento che in modo troppo sbrigativo viene presentato come un editto di tolleranza. Gesù invece offre i criteri per un vero discernimento. Egli invita a non considerare nemici coloro che non sono “con noi”, cioè quelli che non appartengono formalmente alla comunità ecclesiale. Questo criterio può e deve essere letto anche dal versante opposto in quanto, implicitamente, suggerisce di non considerare amici coloro che sono contro di noi. In altre parole: vi sono tante persone che non perseguitano la Chiesa, non la calunniano, non cercano a tutti i costi di impedire la sua opera. Costoro possono essere considerati amici e collaboratori. Ma cosa dire allora di coloro che pongono ostacoli al Vangelo, cercano di soffocare la voce e l’opera dei battezzati? Tutti possono contribuire a far crescere il Regno di Dio, anche quelli che non si riconoscono discepoli di Gesù. E tutti possono contribuire a spegnere la luce della verità, anche coloro che fanno parte della comunità visibile dei credenti. Non conta la carta d’Istituto né l’abito che indossiamo. Contano le parole e le opere. Chi lotta contro la Chiesa e, per quanto dipende da lui, cerca frenare o bloccare l’opera salvifica non può essere considerato un alleato. Non si tratta di alzare muri o di alimentare sterili contrapposizioni. Non è questo lo stile del Vangelo. Si tratta semplicemente di costruire relazione umane nella verità. Non possiamo lodare coloro che gettano fango sulla Chiesa perché, anche se non è pienamente consapevole, di fatto diventa complice del male. Possiamo e dobbiamo amare ogni uomo perché riconosciamo in lui una preziosa immagine di Dio. Ma è proprio l’amore per lui che ci spinge a dire che non possiamo condividere le sue posizioni. Tutti vanno amati ma è doveroso sapere chi è per noi, cioè chi lavora per il Regno, anche senza saperlo; e chi invece, anche senza averne piena avvertenza, pone oggettivi ostacoli alla diffusione del Vangelo. È una distinzione utile e necessaria per muoverci nell’agorà sempre più confuso del nostro tempo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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