Pudore

Pudore: come insegnarlo ai nostri figli?

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di Cecilia Galatolo

Il corpo si può stropicciare, strappare e gettare come una carta regalo ma con esso noi esistiamo nel mondo e ci relazioniamo. Da Family and Media un approfondimento su come educare al pudore nell’era del digitale.

Qualche tempo fa, in un programma televisivo a premi, si è presentato un ragazzo che faceva lo spogliarellista per lavoro. Dal suo modo di scherzare col conduttore e da come si compiaceva per gli apprezzamenti del pubblico, si poteva intuire che sapeva di avere un bel corpo, sapeva di essere ammirato per il suo aspetto fisico e questo lo rendeva visibilmente orgoglioso. Vedendolo così soddisfatto, ricordo di aver pensato: “Perché questo ragazzo è contento di attirare su di sé dieci, cento, forse mille sguardi maliziosi, quando, per essere felici, basta quello di una sola persona, ma che ci guarda con amore?”.

Quella sera riflettei sul fatto che il corpo non è solo un “involucro”, che si può stropicciare, strappare, gettare come una carta regalo preservando ciò che contiene, non è qualcosa di “esterno a noi”: con esso noi esistiamo nel mondo, ci relazioniamo e scegliamo “come darci agli altri”. Possiamo gettarlo via, come qualcosa che non conta, oppure donarlo consapevolmente, nel rispetto della nostra dignità.

Perché i ragazzi crescano consapevoli che il loro corpo non è un “accessorio” e ha un valore inestimabile, occorre da parte dei genitori un serio lavoro educativo. Hanno un ruolo fondamentale nel far capire ai ragazzi che è importante proteggere la loro intimità e evitare di darsi via come pura merce di scambio.

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Spetta prima di tutto ai genitori insegnare anche il valore e i confini di un’autentica condivisione e mettere in guardia dal pericolo di mostrare a chiunque, senza criterio, la loro vita privata.

Internet, su questi aspetti, pone molte sfide: con la rete, il rischio di “svendersi” o di esibirsi come su una vetrina è più che mai concreto. Eppure, è fuori dal web che comincia la missione educativa.

Di seguito, alcuni consigli per aiutare i genitori ad insegnare il rispetto dell’intimità, il senso del pudore e la differenza tra pubblico e privato ai figli, che siano offline o online. 

1) Sappiate che la “vita online” dei vostri figli vi riguarda

I ragazzi sono abilissimi nell’utilizzo delle nuove tecnologie e, non di rado, sono loro ad insegnare ai propri genitori o ai nonni come usare telefonini super accessoriati, tablet, pc o quant’altro di simile entri nelle nostre case.

Spesso, perciò, come rilevato nell’articolo Proteggi la tua intimità in Rete: come insegnare ai propri figli la differenza tra pubblico e privato, i grandi tendono a non ritenersi particolarmente responsabili di un’“educazione ai media”, credendo di aver poco da dire ai giovani su questo ambito.

Eppure, gli aspetti educativi collegati al comportamento su Internet degli adolescenti, sono vostra responsabilità: spetta principalmente a voi insegnare il rispetto dell’intimità, trasmettere il senso del pudore, aiutare a riconoscere la differenza tra pubblico, privato e intimo anche sul web.

2) Ricordate come eravate voi alla loro età e confidate anche i vostri errori

Ogni genitore è stato figlio ed è stato adolescente. La ribellione verso i grandi e verso le regole, quindi, tipica dell’età giovanile, probabilmente ha riguardato anche voi che ora cercate di guidare i vostri ragazzi.

Per questo, può essere utile ricordare quello che provavate voi, cosa vi aiutava a riflettere e cosa invece vi faceva chiudere di più. Provare a mettersi nei panni dei figli – cercando di capire cosa provano e cosa pensano – invece di “imporre dall’alto” una visione adulta, può essere un buon modo per accompagnare i ragazzi nella crescita.

Per quanto riguarda Internet, potreste pensare che, non avendo avuto voi a disposizione questo strumento all’età dei vostri figli, non possiate capire ciò che vivono loro. Eppure, ricordate che Internet è una “piazza” e amplifica comportamenti o tendenze che gli adolescenti avrebbero anche fuori dalla rete.

Ricordate, quindi, che è sulla psiche e sui comportamenti dei vostri figli che siete chiamati ad intervenire con dritte educative.

Probabilmente, poi, all’età dei vostri figli avete fatto degli errori di cui vi siete pentiti, anche per quanto riguarda il rispetto del corpo e della vostra intimità. Raccontate, con prudenza e delicatezza, ai vostri figli gli errori commessi in gioventù, esternate la vostra vergogna e il vostro pentimento: la testimonianza che date conta molto di più, ai loro occhi, del giudizio o dell’imposizione che potete dare.

Dare fiducia ad un figlio, raccontando qualcosa di intimo sul vostro passato, aiuterà lui a darvi fiducia a sua volta.

Come spiegato molto bene nell’articolo Educare al pudore , la fiducia si guadagna, non si impone.

3) Non abbiate paura di parlare chiaramente ai vostri figli

Un’autentica educazione ai media parte dall’educazione della persona che ne fa uso. Questo devono tenerlo presente anche i genitori che vogliono educare i ragazzi al rispetto del loro corpo in rete.

Se è vero che Internet è uno strumento molto potente, che amplifica fenomeni positivi e negativi, è vero anche che la rete non esisterebbe neppure se non ci fossero delle persone connesse tra loro.

Quando pensiamo che Internet “procuri dei danni”, ricordiamo che sono sempre i nostri comportamenti a fare la differenza.

Ad esempio, prima di insegnare a delle ragazze che è irrispettoso verso se stesse postare foto in cui sono poco vestite, è bene spiegare loro perché è poco dignitoso indossare quei vestiti.

Non abbiate paura di dire ai vostri figli che “denudandosi” davanti a tutti (in rete o nei locali che frequentano) attireranno solo sguardi maliziosi e di persone non interessate a vedere il bello che c’è in loro.

Quando i figli raggiungono l’età adolescenziale, spesso, i genitori sono più imbarazzati e inibiti dei ragazzi nell’affrontare temi come sessualità e senso del pudore. Eppure, i giovani hanno bisogno di una guida, che li aiuti a destreggiarsi tra i tanti messaggi che ricevono.

Il genitore dovrà essere preparato ad un apparente rifiuto, quando proporrà dei messaggi in contrasto con l’ambiente circostante: il figlio sembrerà non ascoltare; invece, nella maggior parte dei casi, le parole del genitore saranno quelle che scaveranno i solchi più profondi nel suo animo.

4) Spiegate che è bello, a volte, andare controcorrente… nella vita come nel web

Se c’è una cosa che spaventa un adolescente è l’anticonformismo, l’essere diverso, nell’aspetto e nei comportamenti, dai coetanei.

Ha bisogno dell’approvazione del branco, per avere sicurezza. Mentre la solitudine e l’isolamento sono le sue paure più grandi.

Questa fase della vita va compresa dal genitore, che non può pretendere che il figlio diventi adulto in un giorno. Al tempo stesso, però, le mamme e i papà possono e devono guidare i figli verso una maturità da adulti e mostrare, magari facendo esempi concreti, che andare controcorrente a volte è molto meglio che seguire la massa.

Offrite ai vostri figli questa opzione, cercate di far capire loro che vivere da originali è molto meglio che agire come fotocopie: spiegate loro che ragionare con la propria testa e seguire dei valori li ripagherà molto di più, nel lungo termine, che uniformarsi in tutto e per tutto a ciò che fanno i compagni.

Questo vale in ogni campo e anche per quanto fanno su Internet: occorre spiegare ai figli che pubblicare frasi o disegni volgari, utilizzare un linguaggio scurrile, aggiungere foto in pose poco decorose solo “perché lo fanno gli altri” non arrecherà loro alcun vantaggio, mentre rispettare se stessi e fare le cose con convinzione sarà molto più fruttuoso e appagante.

5) Spiegate che nudità è sinonimo di vulnerabilità: occorre un rapporto di fiducia per fare confidenze

Internet assottiglia molto il confine tra pubblico e privato e i ragazzi possono essere tentati di non preservare la loro intimità, di mettere in piazza fatti che dovrebbero restare privati o che andrebbero condivisi solo con una cerchia ristretta di persone.

Il compito del genitore, allora, sarà ricordare che sbandierare a chiunque i propri sentimenti, le proprie sofferenze, i propri successi e fallimenti può dare potere su di loro a persone che non dovrebbero averne.

La nudità implica vulnerabilità, perciò, prima di confidare cose intime a qualcuno occorre instaurare un rapporto di fiducia che può crearsi solo a tu per tu.

La condivisione sul web è qualcosa che trova la sua radice nella relazionalità umana e, entro certi limiti, è del tutto sana.

Occorre, però, spiegare che fatti troppo personali vanno condivisi con cautela, dentro e fuori la rete.

E voi lettori avete qualche consiglio in più da offrire? Volete portare la vostra esperienza su questo argomento? Potete farlo lasciando un commento.

 

Fonte: www.familyandmedia.eu

 




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1 risposta su “Pudore: come insegnarlo ai nostri figli?”

Dare l’esempio. Io ho sempre visto mia mamma con il sottoveste, come si faceva allora. Non l’ho mai vista in intimo girare per casa. si vestiva sempre con decoro. Mio papà quando si toglieva gli abiti da lavoro si metteva la camicia con la cravatta pur essendo noi di famiglia modesta economicamente. Non ho mai sentito in casa parole scurrili né insulti reciproci. Mio papà quando vedeva certe scene in Tv con donne mezze nude si girava e non guardava. Si limitava a dire:” Ma poverette” oppure:”Ma che sciocchine”. Mia mamma arrossiva un poco e scuoteva il capo in segno di disapprovazione. Noi figli guardavamo i genitori che senza aver fatto scuole superiori e lavorando con fatica ogni giorno per il pane quotidiano ci hanno fatto educazione sessuale in questo modo. Sono i genitori che trasmettono il senso del pudore vivendolo con serenità e dignità.

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