2 marzo 2019

2 Marzo 2019

Ambasciatori della tenerezza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,13-16)
In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.

Il commento

Gli presentavano dei bambini [paidíaperché li toccasse” (10,13). Stando al vocabolo greco non si tratta di bambini piccoli ma di fanciulli. In ogni caso questa pagina evangelica, appena accennata ma di grande significato, annuncia che anche i più piccoli hanno il diritto di incontrare Gesù e di essere raggiunti dalla sua Parola. Ad ogni diritto corrisponde un dovere: spetta agli adulti fare tutto il possibile per favorire l’incontro e alimentare la fede. La storia della Chiesa ci offre la testimonianza di tanti piccoli che hanno risposto alla chiamata in modo straordinario e con una radicalità che non troviamo così facilmente nella vita adulta. Il Vangelo si conclude con un’immagine suggestiva: “Prendendoli fra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro” (10, 16). Il gesto di benedire imporre le mani fa pensare al Profeta di Dio che invoca e fa scendere sui più piccoli la grazia celeste. È interessante però anche l’altro verbo: abbracciare significa manifestare e comunicare la tenerezza di Dio Padre. Sono due gesti diversi che qui sono intrecciati e descrivono efficacemente la responsabilità educativa della Chiesa e, in particolare, quella affidata ai genitori: da una parte dobbiamo aiutare i piccoli ad accogliere la luce e la grazia che Dio comunica attraverso la Parola e i Sacramenti; e dall’altro abbiamo il dovere di manifestare e comunicare la tenerezza di Dio. In un’accorata lettera alla comunità di Corinto l’apostolo Paolo si presenta come ambasciatore della riconciliazione (2Cor 5, 19-20). Allo stesso modo possiamo definire i genitori ambasciatori della tenerezza. Le note dell’affettività fanno parte di quella grande sinfonia che si chiama amore e che ha Dio come Autore.

Oggi chiediamo la grazia di avere la stessa ingenuità dei bambini che docilmente si lasciano condurre da Gesù. Ma anche la grazia di essere adulti che s’impegnano a portare i più piccoli a Gesù, sapendo che Lui solo può scrivere nel loro cuore quella parole che danno alla vita il profumo di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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