
La mappa della vita
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,39-45)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: ‹Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio›, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.
Il commento
“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?” (6,39). Con un’immagine semplice ed efficace Gesù ricorda che siamo e dobbiamo restare discepoli. È Lui il Maestro, la luce che illumina i popoli (Lc 2,32), senza di Lui camminiamo nelle tenebre. L’insegnamento evangelico è molto chiaro anche se difficile da mettere in pratica: da soli non siamo in grado di capire la strada né possiamo riconoscere i pericoli che riserva il cammino della vita. È necessario perciò lasciarsi guidare dalla Parola del Signore. Quanto più siamo attaccati a Lui, tanto più siamo certi di stare nella via della vita, tanto più impariamo quali sentieri percorrere e quali evitare. Nel cammino formativo possiamo avere tanti maestri; e noi stessi siamo chiamati a guidare gli altri. Ma c’è un Maestro che non ci lascia e che non dobbiamo mai abbandonare: ed è Gesù. Questa parola vale per tutti i battezzati, ma in modo particolare è rivolta a coloro che, nella Chiesa e nella società civile, hanno ricevuto il ministero dell’autorità. Penso ai vescovi e ai sacerdoti ma anche ai genitori, agli educatori, agli insegnanti e a tutti coloro che, a vario titolo, hanno il compito di accompagnare e sostenere altre persone. A tutti è data una grande responsabilità! Se manca la Parola che indica con chiarezza la strada, non solo andiamo a finire in una buca, ma facciamo cadere in errore anche quelli che ci sono stati affidati e che si fidano di noi. Cadere nella buca non significa soltanto farsi male o rallentare il cammino ma può comportare anche il totale fallimento della vita. Certo, possiamo cadere e rialzarci. Ma possiamo anche restare nella fossa e/o smarrire la strada. Per evitare questo pericolo, tanto più grave quanto più trascina altre persone nel baratro, dobbiamo chiedere la grazia di restare umilmente in ascolto di Dio, accogliere Gesù come l’unico Maestro e lasciarci guidare dallo Spirito Santo che ci istruisce interiormente e ci insegna la mappa della vita: “tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio” (Rm 8,14).
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