7 marzo 2019

7 Marzo 2019

Come Lui

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,22-25)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

Il commento

Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (9,23). Dopo aver svelato ai Dodici che la sua missione avrà un esito drammatico (9,22), Gesù annuncia che anche loro parteciperanno alla sua sofferenza. Chi vuole seguire Gesù deve prepararsi a prendere la croce. Stare con Lui vuol dire essere come Lui. Tutti vogliono stare con ma pochi accettano di vivere come Lui. La sequela comporta il martirio. Il primo passo di questa via crucis che ciascuno è chiamato a percorrere è quello di rinnegare se stessi. È certamente il passo più difficile. La sapienza greca ci ha lasciato questo imperativo: “conosci te stesso”. Ed è giusto perché rappresenta la premessa per vivere in modo consapevole. Nella misura in cui l’uomo conosce se stesso, comprende la sua strutturale fragilità e impara che il rinnegamento è la via obbligata della vera e piena realizzazione di sé. Purtroppo l’invito evangelico è stato percepito nella linea negativa, come se il credente dovesse imbrigliare le sue capacità, soffocare la sua intraprendenza. Non è affatto così. Il comando evangelico ha un valore pedagogico: Gesù invita l’uomo a liberarsi di tutte le invisibili catene che lo tengono prigioniero, a cominciare dalla tirannia di un io che vuole tutti i costi emergere e dominare. Non è forse questa la causa palese o nascosta degli innumerevoli conflitti che esplodono continuamente nella vita domestica e sociale? L’apostolo Giacomo lo dice con grande chiarezza: “Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra?” (Gc 4,1). Se leggiamo con realismo la vicenda umana non facciamo fatica ad accorgerci che non solo il bene comune ma anche il benessere familiare è continuamente minacciato dalla tendenza ad affermare se stessi. Non importa come. Dinanzi ai drammi sociali causati dall’ipertrofia dell’io, oggi chiediamo la grazia di partecipare alla storia comune con l’unico desiderio di vestire di umanità la vita di tutti. Non importa se questo comporta qualche croce.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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