8 marzo 2019

8 Marzo 2019

Non perdere nessuna occasione

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-15)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

Il commento

Verranno giorni, quando lo sposo sarà loro tolto [aparthē], e allora essi digiuneranno” (9,15). Queste parlano lasciano intravedere l’esperienza drammatica della croce, in realtà l’espressione introduttiva, ripresa dai profeti, annuncia un evento in cui Dio manifesterà la sua potenza: “Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra” (Ger 23,5). Il verbo togliere indica un fatto doloroso e traumatico. Ad una prima lettura, abbiamo l’impressione che la festa di nozze – “lo Sposo è con loro” (9,15) – venga bloccata sul nascere. Se lo Sposo viene strappato via, allontanato con violenza, occorre calare il sipario, mettere nel cassetto ogni speranza, far partire i titoli di coda. Almeno così appare nella logica umana: testa o croce, gioia o dolore, speranza o delusione. Il Vangelo propone un’altra logica: anche i giorni della croce fanno parte della storia di Dio, per questo Gesù chiede ai discepoli di partecipare con il digiuno al dolore del mondo. Questo gesto non dice rinuncia ma esprime la supplica umile e fiduciosa del credente che consegna a Dio ogni speranza. Quando tutto sembra perduto, solo Dio può ridare vita. Quando l’uomo sperimenta la sua impotenza dinanzi al male, non resta che digiunare. I giorni della penitenza hanno una loro misteriosa fecondità. Questa verità è scritta a chiare lettere nella storia della Chiesa: quanti santi proprio attraverso i giorni del dolore hanno ricevuto una speciale chiamata! Quando Luigi Martin viene ricoverato in una clinica psichiatrica, tutte le figlie provano un dolore indicibile. Anche Teresa. Ma lei guarda oltre e proprio in quei giorni di grande sofferenza scrive alla sorella Celina: “non sprechiamo la prova che Gesù ci manda: è una miniera d’oro da sfruttare. Vogliamo perdere l’occasione?” (LT 82, 28 febbraio 1889). Nella scia dei santi anche noi chiediamo la grazia di non perdere nessuna occasione per annunciare l’amore di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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