Genio femminile

di Assunta Scialdone

La Chiesa è donna

8 Marzo 2019

Pentecoste

“La donna è l’immagine della Chiesa che è donna, è sposa, è madre” a dirlo è il Santo Padre durante il Summit sugli abusi. Qualcuno stenta ancora a crederci ma è così: la Chiesa è la donna in perenne oscillazione tra Eva e Maria.

Papa Francesco durante il Summit sugli abusi, dopo aver ascoltato l’intervento di una vaticanista di lungo corso, ha fatto un intervento a braccio sul “ripensare la Chiesa con le categorie della donna”. Il Papa ha riflettuto sul come: “Invitare a parlare una donna sulle ferite della Chiesa è invitare la Chiesa a parlare su se stessa […] Non è solo una questione di stile. […] La donna è l’immagine della Chiesa che è donna, è sposa, è madre. Uno stile. […] Si tratta di integrare la donna come figura della Chiesa nel nostro pensiero. E pensare anche la Chiesa con le categorie di una donna”.

A rileggerle queste parole sembrerebbero un’ovvietà. Ma all’indomani dell’intervento del Santo Padre, durante una seduta di tesi nella quale una candidata difendeva il ruolo del genio femminile nella Chiesa, un sacerdote, tra il serio e il faceto, esclamava: “Non è possibile sentire queste parole. Non è possibile affermare che la Chiesa è donna! La donna è diversa dalla Chiesa”. Il presbitero fu preso da un vero e proprio attacco di disagio incontrollabile. Il Presidente della commissione cercava inutilmente di fermare il sacerdote. A porte chiuse, quando la commissione si riunì per la valutazione del lavoro di tesi, sentii il dovere, tra il serio e il faceto anche io, di avvicinarmi al sacerdote e porgergli le parole del Santo Padre che ho riportato all’inizio. Ammutolì. Mai si sarebbe aspettato che il Papa potesse pronunciare tali parole. Non aveva ben compreso, preso da un attacco di pressione alta, che il mio giudizio di relatore, letto pubblicamente, non era solo farcito dal mio pensiero bensì da quello del Papa che incoraggiava il lavoro appena esposto dalla candidata.

Con carità, cercai di rammentargli della reciprocità vocazionale insita in ognuno di noi. Mi salutò esclamando scherzosamente: “Viva gli uomini!”. Gli risposi, stando allo scherzo: “Viva la reciprocità!”. Questo episodio è un sintomo che sta a sottolineare che le parole del Papa trovano ancora tanta difficoltà ad essere accettate all’interno e all’esterno della Chiesa. Si riscontrano, purtroppo, ancora delle chiusure nei confronti del genere femminile e delle sue potenzialità arricchenti, sempre in un discorso di reciprocità con il genere maschile, sia per la Chiesa che per la società tutta.

Leggi anche: Cosa ha in comune con noi la vicenda di Adamo ed Eva?

L’intervento del Santo Padre sembrerebbe rimandare a tre donne che troviamo in tre punti fondamentali della storia della salvezza. La prima nel giardino di Eden: Eva. La madre dei viventi. La donna che vive una condizione paradisiaca. Anche la sua relazione coniugale è vissuta pienamente con Adamo. Il suo ruolo è essere d’aiuto all’uomo, semplicemente essendo altro da lui. Non solo aiuto fisico ma anche spirituale, di confronto e collaborazione per essere pienamente una sola carne. Si tratta di una reciprocità finalizzata alla realizzazione della pienezza di entrambi. Questa donna è, però, accecata dalla sete del potere: “Diventare più grandi di Dio”, come le promette il serpente astuto. Assieme al marito decide di tradire Dio, pensando che il Padre Creatore fosse un menzognero e che solo il serpente astuto potesse dire loro la verità e donare una felicità maggiore. Eva, dopo il peccato originale, diventa la donna imperfetta. Quella che, inseguendo il potere, distrugge l’amore con Dio e con Adamo.

La seconda donna troneggia al centro della storia della salvezza: Maria. La tutta santa. Colei che è stata prescelta per portare al mondo il Salvatore. Questa ragazza di Nazareth gode della stessa libertà di scelta di Eva ma ne fa un uso diverso. All’annuncio dell’Arcangelo subito pronuncia il suo sì. Si fida di Dio. Pone un unico problema di natura pratica: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Gabriele glielo risolve immediatamente: “Nulla è impossibile a Dio”. La ritroviamo lungo la salita al Calvario che segue, da lontano, suo Figlio, per poi rivederla sotto la croce dove unisce il suo sì a quello del Figlio. Con la sua sofferenza di madre, con la lacerazione nel cuore, si unisce alla sofferenza del Figlio che si offre per la redenzione.

Al culmine di questa vicenda ecco l’avvento della terza donna: la Chiesa. Questa donna nasce dal costato di Cristo squarciato dalla lancia del centurione. Nasce con la stessa modalità di Eva: entrambe da un costato squarciato. La Chiesa è donna, dice il Santo Padre, e ciò è vero. La Chiesa è sposa perché unita al Cristo sposo. Ciò è confermato da sant’Efrem con le parole: “Beata sei, Chiesa, un re ti chiede in moglie, con le sue sofferenze ti rende gloriosa. Fluisce la tua salvezza nell’istante in cui egli muore dissanguato: è stata la croce il suo talamo nuziale. Il giorno della sua morte amara ti genera ad una vita dolce, ti rapisce, beata moglie, al trono del suo regno celeste”. La Chiesa è madre perché genera figli allo sposo Gesù attraverso il Battesimo. Troviamo conferma di ciò in uno scritto del primo secolo d. C. il Quodvultdeus di Cartagine: “Questa nuzialità è un grande mistero. […] La sposa è nata dall’uomo amato e l’ora della nascita è l’ora delle nozze. Ella si dona alla persona amata quando questa muore, egli l’abbraccia quando si libera dalla condizione mortale. Da allora, quando egli si eleva su tutti i cieli, ella comincia a generare figli su tutta la terra”. La Chiesa è vedova perché, pur essendo unita allo sposo, egli non è più visibile in forma umana come quando percorreva le strade della Galilea. Ritroviamo questa terza donna, la Chiesa, vedova, alla fine della Sacra Scrittura nel libro dell’Apocalisse al capitolo 22. La sposa Chiesa si trova in un giardino che ricorda quello dell’Eden: “E mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici e portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni”. In questo giardino, sotto l’ulteriore albero presente nella Bibbia, quello della vita, «lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!” (…) Colui che attesta queste cose dice: “Sì, verrò presto!”».

Non credo debbano esserci più dubbi sul fatto che la Chiesa sia donna. È interessante notare come la terza donna sia in perenne oscillazione tra la prima e la seconda. La Chiesa tende a diventare come Maria, pur essendo ancora come Eva. Secondo una definizione dei padri, essa è “casta e meretrice” perché, pur appartenendo al Santo, lo Sposo, resta fatta di esseri umani fragili e peccatori. Forse in questo senso papa Francesco dice che si tratta di integrare la donna come figura della Chiesa nel nostro pensiero: questa perenne tensione tra Eva e Maria, resta la condizione della donna-chiesa.




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