28 marzo 2019

28 Marzo 2019

Chi non raccoglie con me

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,14-23)
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».

Il commento

Se dunque io scaccio i demoni con il dito di Dio, è giunto a voi il regno di Dio” (11,20). In questa pagina evangelica Gesù appare come colui che agisce con potenza: è Lui che libera un uomo dal male (11,14), è Lui che ha la forza di operare in nome di Dio e di scrivere parole nuove che vestono di luce la vicenda umana (11,20). La conclusione offre una coerente provocazione: “Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde” (11, 23). Se riconosciamo che Gesù può vincere il male; e se vogliamo realmente costruire una storia degna dell’uomo, dobbiamo unirci a Lui. È questa la scelta fondamentale. Senza di Lui siamo incapaci di affrontare la complessità della storia. Chi si unisce a Lui, impara a scrivere con il dito di Dio. Gesù è l’alfa della storia, il nuovo e permanente principio, con Lui la storia può veramente assumere un volto nuovo, il volto sognato da Dio all’inizio della creazione. Non basta impegnarsi a fare il bene. Tutti vogliono farlo ma, alla lunga, le buone intenzioni si rivelano radicalmente insufficienti. Se vogliamo essere certi di andare fino in fondo e se vogliamo davvero scrivere pagine nuove, dobbiamo restare uniti al Signore Gesù. Meglio fare poche cose in comunione con Gesù, piuttosto che farne molte senza di Lui, al di fuori della Chiesa o contro la Chiesa. Quando lavoriamo in nome di Dio, non ci spaventano le difficoltà, non ci lasciamo scoraggiare dagli eventi, tutto ha un sapore provvidenziale. La coscienza di non poter fare tutto il bene desiderabile diventa preghiera. Con Gesù impariamo a vivere tutto con l’umiltà di chi serve il Regno. Senza di Lui anche le opere buone vengono messe al servizio di se stessi. I santi hanno consegnato la loro vita nelle mani di Dio e hanno riconosciuto Gesù come il Signore, per questo hanno scritto pagine di carità meravigliose. I primi ad esserne sorpresi erano loro stessi perché si sentivano – ed erano – deboli e incapaci di realizzare quelle opere. Chi agisce in nome di Dio, sperimenta che il confine tra possibile e impossibile diviene più labile. Oggi chiediamo la grazia di fare tutto in Dio, con Dio e per Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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