13 aprile 2019

13 Aprile 2019

Un fatto di cronaca

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 11,45-56)
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

Il commento

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui” (11,45). La resurrezione di Lazzaro suscita diverse e contrastanti interpretazioni: da una parte coloro che riconoscono in essi l’opera di Dio e si aprono alla fede; dall’altra quelli che si chiudono ancora più ostinatamente nel loro rifiuto, anzi vedono in  quell’evento un’ulteriore e decisiva prova che chiede loro di intervenire tempestivamente. Sono sinceramente preoccupati: “Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione” (11, 48). Due posizioni inconciliabili. Il Vangelo parla anche di coloro che si limitano a riferire l’accaduto (11,46). Icona di quelli che non prendono alcuna posizione, guardano la cronaca con distacco, sottolineando che in fondo meriti e torti sono da entrambi le parti. Lo stesso fatto suscita reazione molto diverse. Storia di ieri e di sempre. Anche oggi vi sono molti cristiani che vorrebbero raccontare gli eventi senza prendere posizione, come spettatori neutrali che si mantengono a debita distanza dai giudizi troppo risoluti. E forse si ritengono più bravi degli altri perché non alimentano inutili polemiche. Tutto questo non è possibile. Dinanzi a Gesù siamo chiamati a fare una scelta decisa e decisiva. La vita non è uno spettacolo da guardare stando comodamente seduti ma una storia da scrivere, con pazienza e fatica. Il Potere culturale e politico non può certo cancellare il cristianesimo ma vuole ridurlo ad un semplice fatto di cronaca, una delle tante pagine del libro della storia. L’ateismo militante, che ha dominato buona parte del Novecento, oggi ha lasciato il posto all’indifferentismo religioso che mette tutti nello stesso mucchio. Dando la vita a Lazzaro, Gesù sapeva di alimentare un’opposizione ancora più dura nei suoi confronti. Ma non si è tirato indietro. Non si trattava solo di liberare un uomo dalla morte ma di annunciare quella vita nuova che Dio vuole donare a tutti. Oggi chiediamo la grazia di fare della nostra vita un evento luminoso nella cronaca dei giorni.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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