Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

3 maggio 2019

3 Maggio 2019

Imperfetta immagine

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,6-14)
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

Il commento

Signore, mostraci il Padre e ci basta” (14,8). La domanda di Filippo ci conduce nel cuore della fede e di quella testimonianza che in ogni epoca la Chiesa è chiamata a donare. In effetti, non poche volte i cristiani si sentono così impegnati a risolvere i problemi terreni dell’umanità da dimenticare che il loro primo compito è quello di mostrare il volto del Padre. La Chiesa, ha detto Papa Francesco, non si deve confondere con un’associazione di volontariato, il suo impegno di carità non nasce dalla semplice benevolenza ma dal desiderio di svelare la tenerezza di un Dio che si prende cura dell’uomo. Gesù offre all’apostolo una risposta immediata: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (14,9). Tra il Figlio e il Padre c’è una perfetta corrispondenza, pur nella diversità delle Persone divine. Gesù può dirlo. Ma la Chiesa può dire altrettanto? E noi? La nostra vita lascia intravedere raggi di luce oppure è carica di ombre? Siamo l’immagine di chi vive faccia a terra o invitiamo ad alzare lo sguardo al Cielo? Il nostro modo di vivere fa pensare a Dio o almeno suscita il desiderio di incontrare Dio? Il nostro stile di vita accende negli altri santi desideri, allarga il cuore, diventa sorgente di speranza?

Teresa di Lisieux parla così del papà: “La reginetta stava da sola accanto al suo Re, non aveva che da guardarlo per sapere come pregano i Santi…” (Ms A 18r). Il papà era per lei la prima e più eloquente immagine di Dio. In casa Martin non solo si parlava di Dio e si pregava, cosa del tutto ovvia per una famiglia credente; ma si viveva di Dio, si respirava Dio. Le figlie vedevano che i genitori di buon mattino uscivano per andare a Messa per abbeverarsi alla sorgente divina e sentivano che nei loro discorsi Dio non era mai assente. Non avevano bisogno di andare in chiesa per incontrare Dio perché era Lui il Padrone di casa al quale tutto era sottomesso. Pensieri, parole e opere: tutto era vissuto a partire da Dio. Contemplando la testimonianza di questi santi, oggi chiediamo che, per quanto imperfetta, la nostra vita diventi un segno visibile di quella luce che viene da Dio e conduce a Lui.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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