Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

6 maggio 2019

6 Maggio 2019

Il bancomat

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,22-29)
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Il commento

Voi mi cercate non perché avete visto dei segni [eídete sêmeîama perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati” (6,26). Cercare è un verbo fondamentale nel vocabolario di Giovanni, appare fin dalle prime parole che l’evangelista attribuisce a Gesù: “Che cosa cercate?”, chiese ai due discepoli che lo seguivano (1,38). Ritorna anche alla fine, nella vicenda di Maria di Magdala che piange dinanzi al sepolcro vuoto: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?” (20,15). In entrambi i casi è sempre Gesù che pone la domanda. In questo caso, la domanda è sostituita da un giudizio piuttosto severo. Il Rabbì rimprovera la folla di non aver compreso il segno compiuto. Nel Vangelo di Giovanni il verbo horáô non indica semplicemente il vedere con gli occhi ma implica uno sguardo di fede. La gente non ha compreso il significato profondo di quel pane donato a tutti con abbondanza, si è fermata alla dimensione materiale. La loro ricerca non nasce perciò dalla fede ma dal desiderio di ricevere ancora il pane materiale. Hanno mangiato a sazietà e pensano di aver trovato in Gesù un bancomat che garantisce loro di vivere senza eccessive preoccupazioni. Siamo agli antipodi della proposta evangelica. Il pane che Gesù vuole donare all’umanità non chiude in una vuota e sterile sazietà, al contrario accende desideri ancora più grandi e dona il coraggio di mettersi in cammino per costruire una storia degna di Dio. Questa Parola chiede a tutti di fare un onesto esame di coscienza. Il cercare umano è sempre pieno di ambiguità, vi possono essere motivazioni e desideri che inquinano il cuore e impediscono di cercare ciò che davvero conta, quello che conduce alla meta. La fede dona la pace ma, al tempo stesso, ci rende inquieti, rasserena il cuore ma apre gli occhi. Il credente non può stare tranquillo. Un santo vescovo dei primi secoli esortava così i cristiani: “Non cercare una vita senza rischi, una vita non travagliata, non trascinata dai pericoli. […] Non cerchiamo dunque il benessere né una vita colma di piaceri …”. (San Giovanni Crisostomo). Consigli utili per chi desidera la vita eterna.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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