Adolescenti

Fortnite, luci e ombre del videogioco più gettonato del momento

videogames

di Ida Giangrande

Sta spopolando tra adolescenti e pre-adolscenti, anche se è sconsigliato ai minori di anni 12. Di cosa parlo? Di Fortnite, il videogioco online dove devi uccidere per non essere ucciso.

Eccoci giunti al secondo appuntamento di questa mia nuova avventura. Ebbene oggi vorrei parlarvi di un gioco, uno di quelli che sta spopolando si tratta di Fortnite. Partiamo subito dal dare qualche delucidazione in più sull’argomento.

Cos’è? Fortnite è un videogioco online per computer, console e mobile, lanciato il 21 luglio del 2017. In soli tre mesi, precisamente da luglio a settembre del 2018, è passato da 125 milioni a 200 milioni di giocatori. A Fortnite possono accedere uomini e donne di ogni ordine e grado, ma è molto popolare tra bambini e adolescenti di tutto il mondo ed è sconsigliato ai minori di anni 12.

In che cosa consiste? Forte di una grafica eccezionale, con personaggi dai colori eccentrici, studiati con precisione chirurgica, il videogioco ha un effetto ottico disarmante. La sensazione è quella di perdersi nello schermo e di tuffarsi in paesaggi sorprendentemente realistici dove ogni particolare è curato in maniera quasi maniacale. Al centro del meccanismo c’è la guerra. La parola chiave è combattimento. I giocatori devono unire le proprie forze per salvare il mondo da ondate di zombie o combattono, tutti contro tutti, nelle battle royale, ovvero una battaglia campale che conta un massimo di 100 giocatori.

Come funziona? Si tratta di un gioco gratuito, ma per essere competitivi è necessario potenziare il proprio personaggio con nuove armi ed equipaggiamenti che possono essere guadagnati giocando e raggiungendo obiettivi o, più comunemente, acquistando ciò che serve con denaro reale convertito nella moneta virtuale di Fortnite, il V-Buck. Una delle caratteristiche più importanti di questo videogioco è che consente ai giocatori di chattare e interagire online. Praticamente un social camuffato. I ragazzi si uniscono in gruppi e discutono attivamente del gioco nelle community online imparando dagli esperti, giocatori cioè di livello avanzato che trasmettono le sessioni di gioco in diretta o pubblicano video su YouTube.

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Luci e ombre. Proprio il tempo di utilizzo del gioco rappresenta il primo problema per molti genitori che si ritrovano figli spesso rinchiusi, al buio nella loro cameretta, per pomeriggi interi. Inutile suggerire di andare a fare una partita al caro vecchio calcetto, sono immersi nello schermo, magari gigante fino a che gli occhi si chiudono per sfinimento. Da qui l’allarme di molti che continuano a chiedere: “Fortnite crea dipendenza?”. Decisamente sì. Secondo i detrattori, le sessioni di gioco relativamente brevi di Fortnite (20-25 minuti) aumentano l’effetto-slot machine e la liberazione di dopamina (il cosiddetto ‘ormone della ricompensa’, rilasciato quando ci si gratifica) fa il resto, rendendo difficile staccarsi dal joypad. Attenzione dunque a negoziare tempi e usi. Ma veniamo al problema principale, il combattimento. In Fortnite vince il più forte. Al centro del meccanismo, la guerra contro l’altro. La dialettica è “aggredisci/difenditi” a danno spesso del più debole. Una logica ormai conosciuta e decisamente non educativa.

Inoltre sapendo che la maggior parte dei giocatori è minorenne o appena maggiorenne, non c’è da meravigliarsi che Fortnite venga frequentato anche da pedofili o adescatori. È facilissimo e gratuito creare un account cancellarlo e crearne un altro dopo pochi minuti. Le dinamiche sono le stesse di sempre: l’adescatore scrive in chat alla vittima, le fa qualche domanda, poi condivide dei link ad altri profili fasulli e chiede a sua volta di essere aggiunto come amico sui social per accedere a foto e altre informazioni. Da lì in poi può succedere di tutto: proposte sessuali, minacce e addirittura piccoli ricatti.

Il problema dei profili falsi poi ci porta a un altro pericolo reale di Fortnite, le truffe online. Sono già stati registrati diversi casi di phishing, in cui falsi giocatori promuovono pagine web e app che aiuterebbero a ottenere V-Buck gratuiti o approfittare di altre fantastiche, ingannevoli offerte. In alcuni casi, questi truffatori condividono link a pagine molto simili a quella ufficiale e per un bambino piccolo è difficile distinguere un sito affidabile da uno ingannevole.

Inoltre, l’app può essere scaricata solo dal sito web ufficiale di Epic Games e non da Google Play, per cui dobbiamo ricordarci di riattivare il blocco delle app non sicure una volta scaricato il gioco.

A questo punto un genitore si starà chiedendo cosa fare. La prima regola è niente panico. Fortinite è una delle sfide del mondo digitale. Non è un male in sé e non va demonizzato, ma usato con cautela e con un grande senso critico. Anche in questo caso proibire servirà solo ad aumentare la sete e la curiosità. Ciò che bisogna fare invece è spiegare i rischi ai figli e magari giocare insieme a loro così da aiutarli, se ce ne fosse bisogno, a individuare il pericolo per poi arginarlo. Il web è un mondo da abitare che purtroppo non ha regole a parte una: noi e il nostro senso civico.




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