Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

14 maggio 2019

14 Maggio 2019

Il filo della grazia

di don Silvio Longobardi

Dagli Atti degli Apostoli (At 1, 15-17.20-26)
In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si compisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Sta scritto infatti nel libro dei Salmi: “La sua dimora diventi deserta e nessuno vi abiti”. e: “Il suo incarico lo prenda un altro”. Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione». Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

Il commento

Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi […] uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione” (1, 21-22). È Pietro che prende la parola, egli appare fin dall’inizio come la guida della comunità. Dopo aver ricordato la morte del traditore (1, 18-19) egli offre un criterio per scegliere colui che deve prendere il suo posto: può entrare a far parte della comunità apostolica solo uno dei discepoli che ha partecipato interamente e intensamente alla missione di Gesù. Solo chi ha conosciuto il Signore può ora diventare suo testimone, solo chi ha ascoltato le sue parole può annunziare la Parola. Il lungo discepolato vale più di ogni altro titolo ed è l’unica garanzia di fedeltà. È quanto ancora oggi viene chiesto a coloro che vogliono accedere agli ordini sacri o si preparano alla professione religiosa: il tempo della formazione deve essere vissuto come una nuova e più esigente sequela, cioè un tempo di effettiva conversione del cuore e della mente. Solo così possiamo mettere alla prova le intenzioni e preparare i pastori a vivere con umiltà e responsabilità il ministero che sarà loro affidato.

Pietro chiama in causa la comunità ma la scelta ultima è nelle mani di Dio. In fondo la Chiesa è chiamata a scegliere colui che il Signore ha già scelto! I criteri umani non sono decisivi, anzi possono essere distorsivi. Per questo l’apostolo invita la comunità a stare umilmente in preghiera per comprendere la volontà di Dio: “Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto” (1,24). La vocazione è un dono di Dio: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15,16), dice Gesù agli apostoli. La preghiera è il luogo ordinario in cui il Signore apre gli occhi e ci permette di conoscere la nostra identità. Ed è lo spazio sacro in cui, immergendosi sempre nuovamente nel mistero di Dio, l’uomo riceve la forza di rispondere pienamente alla chiamata. Tutta la nostra vita è appesa al filo della grazia: non solo la chiamata, ma anche la nostra risposta. Preghiamo oggi perché quelli che ricevono un’imprevista chiamata, sappiano rispondere con il coraggio degli umili.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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