
Lui solo e nessun altro
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,23b-28)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».
Il commento
“Sono uscito dal padre, sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre” (16,28). Nella parole conclusive del brano evangelico viene chiaramente attestata l’assoluta centralità di Gesù, Figlio di Dio. Dopo aver compiuto la sua missione, Gesù ritorna nella piena comunione trinitaria. Per questo può esercitare il suo ruolo di mediatore, come annuncia la Lettera agli Ebrei: “può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore” (Eb 7,25). Lui solo e nessun altro perché “non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati” (At 4,12). Viviamo in un’epoca in cui il relativismo lambisce anche questa verità fondamentale della fede. Per questo motivo oggi è più che mai importante sottolineare che Gesù è sacramento di salvezza, il ponte che unisce Cielo e terra. Egli chiede ai discepoli di pregare “nel suo nome”: ci offre così la chiave decisiva, quella che ci permette di entrare nell’intimità di Dio passando attraverso Lui che “la porta” (Gv 10,7). Gesù non c’insegna formule speciali ma c’invita a unirci a Lui, il Figlio unigenito. Teresa di Lisieux ha una tale fiducia in Gesù da non dover chiedere più nulla perché il suo Sposo sa già tutto: “Gesù, a te solo la vita ho donata / e i desideri miei tu ben conosci. / Nella tua bontà sempiterna voglio, / Cuor di Gesù, perdermi totalmente!” (Al Sacro Cuore di Gesù, P 23,6). È questa la fede che oggi vogliamo chiedere.
Ti ringraziamo, Padre: il Vangelo che oggi meditiamo ci insegna a pregare con fiducia, come discepoli che umilmente ascoltano la tua Parola; e come figli che sanno di poter sempre contare sulla tua presenza amorevole. Tu sai che siamo sinceri ma conosci anche quante miserie si annidano nel nostro cuore, quanti desideri malsani inquinano i nostri pensieri. Donaci di restare uniti a Gesù, il tuo unico Figlio, per imparare a chiedere solo ciò che corrisponde alla tua volontà.
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