10 giugno 2019

10 Giugno 2019

Madre per sempre

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,25-34)
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Il commento

Donna, ecco tuo figlio” (19,26). La prima scena evangelica che parla di Maria la presenta come “una vergine, promessa sposa di un uomo chiamato Giuseppe” (Lc 1,27). Quel racconto segna il passaggio decisivo: Maria diventa Madre in quanto accoglie la parola dell’angelo, concepisce per opera dello Spirito e genera il Figlio di Dio. È questa la sua identità, agli occhi dei discepoli ella appare anzitutto come la Madre di Gesù. Il loro amore per il Maestro non poteva non riversarsi su Colei che lo aveva generato e custodiva segreti che nessun altro poteva conoscere. La maternità non è un titolo accessorio ma un elemento essenziale, non è un ministero che si compie per un certo tempo ma una vocazione che segna tutta la vita. Ai piedi della croce, quando tutto si compie, quella maternità viene ulteriormente ampliata. Nel momento in cui il Figlio allarga le braccia per contenere tutti nel suo amore, viene chiesto alla Madre di allargare il cuore per accogliere tutti i discepoli nel nome di Gesù: “Chi accoglie voi, accoglie me” (Mt 10,40). Nel momento in cui il Figlio sta per terminare la sua missione terrena, a Maria viene affidato un altro figlio, le viene chiesto di essere Madre, non più di Colui che s’è fatto uomo per opera dello Spirito, ma di colui che è chiamato a rinascere nello Spirito.

Maria non diventa madre ai piedi della croce, ma proprio in quel momento apre il cuore per una maternità senza confini. A Pietro, dopo la resurrezione, Gesù chiede di pascere le sue pecore (Gv 21, 15-17). Alla Madre, che prega e soffre ai piedi della croce, chiede di… essere Madre, cioè di partecipare, in stretta collaborazione con lo Spirito, alla generazione dei figli di Dio. Maria svolge il suo ministero con tenerezza e fedeltà. Da quel giorno si prende cura di tutti i discepoli di Gesù, di quelli che camminano speditamente e di quello che zoppicano. Da quel giorno non abbandona nessuno perché tutti sono figli suoi. Un ministero ricevuto ai piedi della croce non può essere vissuto senza soffrire. Tale è il ministero di Maria, nostra Madre.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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