Divorzio

Figli… di genitori separati

separazione

di Gabriele Soliani

Le stime dei papà separati aumentano in maniera considerevole e mentre in Parlamento si riflette sul modo migliore per divorziare, c’è chi liquida la questione con espressione del tipo: “Siamo rimasti in ottimi rapporti”. Eppure dietro ogni famiglia divisa c’è sempre il dolore dei figli.

I padri separati in Italia secondo una stima del quotidiano “Il Giornale” sono ben 4 milioni, e ottocentomila di questi hanno problemi economici. Secondo l’Associazione “Nessuno tocchi i papà” con il suo presidente Walter Buscema circolano dati allarmanti che documentano il dolore e il disagio dei padri separati e divorziati. Nel 2016 ci sono stati 200 suicidi dei padri separati in Italia e 1000 nell’intera Europa.

In questo ultimo periodo la separazione e l’affidamento dei figli sono diventati argomenti di tensione a motivo del ddl Pillon che intendeva riscrivere la dinamica della gestione dei conflitti nella coppia e che prevedeva un tempo di permanenza “equipollente” dei figli con i genitori. Agli adulti potrebbe sembrare una conquista ma al figlio/figlia minore sembrerà di essere come un … pacco da spostare.

Sappiamo che quando una relazione familiare si interrompe (o fallisce come si dice ora) tutti dovranno fare i conti con una ferita inguaribile. La giornalista Annalisa Teneggi che si occupa anche di questi argomenti ha scritto: “Da figlia di genitori separati, so cosa significa e posso dire che da adulta ho dovuto rassicurare i miei, curando i loro sensi di colpa e portando loro in dote il mio cammino (ancora in corso!): ammettere, guardare, piangere una ferita non significa che proprio quel dolore non possa diventare occasione di fecondità umana. Molto di me oggi è legato alle assenze patite in mancanza di una famiglia vera, ma lo è sia in certe fragilità sia nella coscienza più viva che ho messo nel costruire il mio matrimonio”.

Oggigiorno si fa spazio un modo di pensare e vivere un poco strano, del tipo “comunque siamo rimasti in buoni rapporti”. C’è pure chi si lancia con la variante “siamo rimasti in ottimi rapporti”. Un commento letto da Facebook qualche anno fa della criminologa più famosa della TV, Roberta Bruzzone, dava la notizia del suo divorzio accompagnandola ad una foto in cui brindava insieme al suo ex marito. Disse: “Stiamo brindando al nostro divorzio appena celebrato, con rispetto e amicizia, le nostre strade si sono divise ma resta un grande affetto per il percorso che abbiamo fatto insieme”. Mah!

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Brindare perché è naufragato un amore? Resta un grande affetto? Mantenere un legame sincero con qualcuno a cui si è voltato le spalle è un’altra cosa rispetto al raccontarsi la bugia del volersi bene ancora… nonostante tutto. Se di mezzo ci sono dei figli la gravità di questa affermazione aumenta perché il bambino percepirà una grande discrepanza tra la sua sofferenza profonda e questi sorrisi di amorevolezza finta. Si chiederà: “Se voi siete in buoni rapporti, perché io sto male?”. Gli verrà il dubbio di essere sbagliato, senz’altro gli risulterà più complicato decifrare il proprio terremoto emotivo. E poi la domanda ineludibile e incomprensibile per la psiche di un bambino o adolescente: “Se vi volete ancora bene perché vi separate e mandate tutto all’aria?”. 

È naturale, umano e giusto soffrire per una separazione, proprio perché si credeva nel matrimonio, e i figli sono i primi a voler credere nel matrimonio dei loro genitori. A volte sono proprio loro a cementare la relazione affettiva e sono pronti a perdonare gli errori dei genitori purché si preservi la famiglia, tesoro della loro vita e della società.




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