Gender

No alla procreazione assistita per le coppie gay

Corte Costituzionale

a cura della Redazione

Due giorni fa la Corte Costituzionale si è riunita in camera di consiglio e ha deliberato che le coppie omosessuali, così come prescritto dalla legge 40, non possono accedere alla fecondazione artificiale. Quel divieto non è costituzionalmente illegittimo.

La Corte Costituzionale ha esaminato le questioni sollevate dai Tribunali di Pordenone e di Bolzano sulla legittimità costituzionale della legge 40/04, là dove vieta alle coppie omosessuali di accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Al termine della discussione le questioni sono state dichiarate non fondate, e per capirne il motivo bisognerà attendere che sia depositata la sentenza. La Corte, spiega la nota della Consulta, ha ritenuto che le disposizioni censurate non siano in contrasto con i principi costituzionali invocati dai due Tribunali.

Esulta il Family Day che attraverso Massimo Gandolfini commenta: “Accogliamo con grande soddisfazione il pronunciamento della Corte Costituzionale che ribadisce un principio di semplice buon senso, ovvero che non esiste un diritto assoluto alla genitorialità e che la prospettiva giuridica non è adulto-centrica, quindi i genitori non hanno diritti ma doveri verso i figli”.

“Non sono fondate le questioni sollevate dai tribunali locali sulla legittimità della legge 40 che vieta alle coppie gay di accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Come dimostra una vastissima bibliografia scientifica e ribadisce anche il recente documento della Chiesa sul gender Maschio e femmina li creò.  il bambino ha diritto a crescere con entrambe le figure genitoriali, padre e madre”. Prosegue Gandolfini: “Restiamo pertanto convinti che programmare un essere umano fin dal concepimento come orfano della madre (tramite utero in affitto) o del padre (tramite eterologa) è un atto di barbaro egoismo che, oltretutto, priva il nascituro del diritto alla conoscenza delle proprie radici”.




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