26 giugno 2019

26 Giugno 2019

La parola mite e ingannevole

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Il commento

Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!” (7,15). L’ammonimento evangelico mette insieme due immagini – pecore e lupi –  che ai nostri occhi appaiono totalmente incompatibili: questo accostamento sottolinea non tanto la falsità quanto la scaltrezza. Essere profeta è un titolo di grande onore, nel linguaggio biblico indica un uomo che parla di Dio in nome di Dio. L’aggettivo getta un’ombra pesante e chiede ai discepoli di essere più vigilanti per evitare di dare credito a persone che, pur avendo una parola mite e fascinosa, comunicano un’immagine falsa di Dio. Si tratta di persone che forse hanno particolari carismi, per questo si presentano e/o vengono ritenuti profeti. E tuttavia, seminano errori e menzogne che possono causare gravi danni nella comunità ecclesiale e civile, tant’è vero che vengono qualificati come lupi rapaci. L’essere vestiti come pecore fa pensare che il male non si esprime necessariamente mediante azioni aggressive ma, più spesso, attraverso parole apparentemente pacate e tolleranti che disegnano invece un volto deformato e riduttivo dell’uomo. Una parola mite e ingannevole. Gesù invita i discepoli ad essere responsabili e vigilanti ed offre loro anche una regola chiara: “Dai loro frutti li riconoscerete” (7,16). Occorre però riconoscere che talvolta anche i frutti possono ingannare. Per questo vi consegno un altro criterio che traggo dal NT: “Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è santa la radice, lo saranno anche i rami” (11,16). Se siamo radicati in Cristo, sarà più facile compiere il discernimento, come ricorda lo stesso apostolo nella lettera agli Efesini: “Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere” (Ef 3,17-18). Cerchiamo dunque di essere ben radicati in Cristo, Capo e Corpo. È vero che proprio nella Chiesa operano i falsi profeti, ma noi sappiamo che lo Spirito Santo non permetterà alla menzogna di prevalere. Oggi chiediamo la grazia di custodire la pace dell’anima, anche nelle tempeste della storia, sapendo che il Signore non smette di accompagnare i passi della sua Chiesa.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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