1 luglio 2019

1 Luglio 2019

L’entusiasmo non basta

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,18-22)
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Il commento

Ti seguirò dovunque andrai” (8,19). La guarigione del servo del centurione (8, 5-10) ha certamente avuto un’eco in tutta la città di Cafarnao e ha spinto la gente ad assediare la casa di Pietro per chiedere a Gesù di curare tanti altri ammalati (8, 16-17). Si tratta di una scena luminosa, di quelle che suscitano un legittimo entusiasmo. L’episodio che oggi meditiamo avviene subito dopo, possiamo dunque pensare che sia il frutto di questa testimonianza profetica. Il protagonista del racconto è uno scriba (8,19), uno che conosce le Scritture, le guarigioni operate da Gesù sono per lui un segno visibile della potenza di Dio, gli permettono di riconoscere in Lui un profeta, forse anche il Messia annunciato dai profeti. Per questo si avvicina e chiede di poter restare con Lui. Lo scriba non gli chiede di imparare, come avrebbe fatto con un qualsiasi altro Rabbì che insegna la via di Dio, gli domanda di seguirlo. Il verbo è quello della sequela, quello che usa lo stesso Gesù per chiamare i discepoli (4,19). Tutto questo depone a suo favore, manifesta non solo la sincerità del cuore ma anche una certa coscienza di fede. In apparenza è una persona che ha tutte le carte in regola per essere annoverato tra i discepoli. La risposta di Gesù tuttavia contraddice le sue attese ed è certamente diversa da quella che noi avremmo dato: “Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (8,20). Il Maestro non mette in dubbio la sincerità dello scriba ma, con saggezza e realismo, gli ricorda che tutto questo non basta. Un buon educatore sa che un eccessivo entusiasmo può addirittura nuocere alla causa. È meglio sapere fin dall’inizio che vivere la sequela significa affrontare una vita dura in cui non ci sono solo i giorni luminosi delle folle ma anche quelli oscuri in cui sperimentiamo la solitudine, i giorni in cui ci sembra di poter cambiare il mondo e quelli in cui la delusione bussa alla porta. La fede dona la gioia di vivere in compagnia di Dio. Non importa quali siano le circostanze della vita. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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