3 luglio 2019

3 Luglio 2019

Cristiani senza Pasqua

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,24-29)
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Il commento

Abbiamo visto il Signore!” (20,25). Il Vangelo c’immerge nei giorni della Pasqua, i giorni in cui si decide la storia dell’umanità, l’episodio fa riferimento alle ore immediatamente successive alla resurrezione di Gesù, segnate dalla luce dell’annuncio ma anche dalle tenebre dei dubbi e delle paure. La sera della Pasqua Tommaso non era insieme agli altri e non partecipa all’incontro con il Risorto (20,24). La sua assenza è segno che la morte di Gesù non ha generato solo un grande dolore ma anche una profonda delusione. Non era solo il Maestro ma Colui che aveva suscitato tante speranze. La sua morte era come un muro che impediva di guardare oltre. Tommaso si sente tradito, ha giocato tutte le sue carte ed ora si trova a mani vuote. Forse per questo, quando gli amici gli annunciano con gioia di aver visto il Signore, resta spiazzato. Gli sembra poco verosimile. Eppure sono gli amici con i quali egli ha condiviso una lunga esperienza, con i quali ha gioito e sofferto. Potrebbe dare credito senza problemi. E invece si ritira, fatica ad entrare in questa parola nuova, troppo diversa da quello che poteva immaginare.

Il Vangelo prosegue, racconta un nuovo incontro in cui il Risorto manifesta l’infinita misericordia di Dio. Ma oggi vi invito a fermarvi su questo punto. Tante volte capita anche a noi di restare frastornati dinanzi alla morte, abbiamo l’impressione che tutto crolli. Siamo cristiani senza Pasqua, non ci lasciamo sedurre dall’annuncio che la vita non muore. La Pasqua rimane sullo sfondo. È questa la parola che oggi risplende: se il Signore è Risorto, la vita non può morire. La vita che Dio dona non ha una data di scadenza. Dinanzi alla morte siamo chiamati ad annunciare la vita. Possiamo farlo perché ci fidiamo del Vangelo e della Chiesa, ci fidiamo di tutti quelli che lungo i secoli, hanno creduto e non hanno avuto paura di dare anche la vita per il Signore. Oggi chiediamo la grazia di essere testimoni credibili di quella speranza che sgorga dalla Pasqua.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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