4 luglio 2019

4 Luglio 2019

Doverosa alleanza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,1-8)
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Il commento

Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati” (9,2). Gesù si trova dinanzi ad un paralitico, sa bene qual è il motivo che ha spinto quegli uomini a portare il loro amico, sperano di ottenere la guarigione. Lo guarda con amore. E tuttavia, invece di guarire il corpo malato, gli annuncia che i suoi peccati sono perdonati. Queste parole appaiono come un inganno, un modo elegante per aggirare l’ostacolo. E invece, proprio queste parole sono da custodire come una reliquia preziosa perché indicano con estrema chiarezza qual è la missione della Chiesa. Siamo tutti attenti e fin troppo preoccupati per curare la salute fisica. Con saggezza evangelica, Sant’Agostino fa notare che a nulla serve la salute del corpo se manca quella dell’anima (Discorsi, 72,18). Una saggezza antica che oggi appare meno evidente agli stessi battezzati. Talvolta si ha l’impressione che la missione ordinaria della Chiesa sia più attenta ai bisogni materiali che a quelli spirituali. La scena del paralitico invece ricorda qual è il punto di partenza e quale deve essere il criterio fondamentale della testimonianza ecclesiale. Mi piace qui richiamare il compito genitoriale. Lo faccio con Giovanni Paolo II che sottolinea “la grandezza e lo splendore del ministero educativo dei genitori cristiani”; e cita san Tommaso d’Aquino: “Alcuni propagano e conservano la vita spirituale con un ministero unicamente spirituale, e questo spetta al sacramento dell’ordine; altri lo fanno quanto alla vita ad un tempo corporale e spirituale e ciò avviene col sacramento del matrimonio, nel quale l’uomo e la donna si uniscono per generare la prole ed educarla al culto di Dio” (Familiaris consortio, 38). Il ministero degli sposi si muove tanto nell’ambito corporale quanto in quello spirituale. Ovviamente la loro missione si esercita nel contesto della vita ecclesiale ed attinge forza dalla grazia sacramentale che la Chiesa dona attraverso il ministero presbiterale. Possiamo qui notare quanto sia necessaria creare una feconda alleanza tra Ordine e Matrimonio. La reciprocità tra sposi e presbiteri è uno dei motori della vita e della missione della Chiesa.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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