5 luglio 2019

5 Luglio 2019

Non rimandare

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,9-13)
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Il commento

Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte” (9,9). La chiamata di Gesù è certamente sorprendente ma è altrettanto sorprendente – e forse lo è anche di più – la pronta e gioiosa risposta di Levi. La chiamata è un gesto assolutamente imprevedibile ma, proprio per questo, contiene un annuncio che riassume in modo eloquente la sua predicazione: Dio vuole la salvezza di tutti. Nessuno escluso. L’apostolo Paolo presenta così la sua fede: “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io” (1Tm 1,15). Chiamata e risposta sono i due poli della vicenda umana. Oggi ci soffermiamo sull’accoglienza da parte di Levi. La risposta del pubblicano è presentata mediante due verbi: “si alzò e lo seguì” (9,9). Il primo verbo può sembrare superfluo, è fin troppo ovvio che per mettersi in cammino è necessario prima alzarsi. Quando leggiamo il Vangelo non dobbiamo dare nulla per scontato, ogni parola ha un preciso significato. A volte proprio nei dettagli Dio nasconde le perle più luminose. In greco troviamo il verbo anístēmi che fa riferimento alla resurrezione. L’evangelista vuole così annunciare che, accogliendo la chiamata, Levi risorge da morte, abbandona la sua condizione di peccatore e sceglie di incamminarsi nella via della vita. Sono due aspetti inscindibili dell’esperienza di fede: se non risorge non può seguirlo ma… se non lo segue non potrà mai risorgere. All’inizio c’è una chiamata: la Parola suscita un cammino di conversione che, con passi graduali e decisi, conduce a quella vita nuova che ci rende somiglianti a Colui che è risorto da morte. Levi risorge perché si allontana dal luogo dove ogni giorno trascina la sua vita. È disposto a togliere la zavorra del peccato per camminare speditamente dietro di Lui. La sua esperienza chiama in causa tutti i battezzati ma oggi voglio invitarvi a considerare la bellezza della vita consacrata. La vocazione è una parola seminata da tempo anche se d’improvviso appare in piena luce. Nella vita c’è un momento decisivo, quando lo sguardo di Gesù s’incrocia con il nostro. È quello l’attimo in cui siamo chiamati a dare una risposta. Senza rimandare al domani.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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