19 luglio 2019

19 Luglio 2019

Semplicemente essenziale

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,1-8)
In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Il commento

Non avete letto quello che fece Davide…” (12,3). L’accusa dei farisei non può essere presa alla leggera perché riguarda un precetto fondamentale della Legge. La sosta sabbatica è essenziale, l’uomo ferma ogni attività non solo per manifestare di non essere schiavo delle cose e degli impegni, ma per poter celebrare Dio in tutta la sua magnificenza. L’uomo si ferma per alzare lo sguardo al cielo. A pensarci bene è un gesto che esprime la libertà. L’esperienza di fede d’Israele ha donato all’umanità questa geniale invenzione: l’uomo ha bisogno di una sosta non tanto e non solo per rinfrancare le energie fisiche ma per ritrovare le radici spirituali della sua vita; non solo per dedicare tempo a se stesso ma per celebrare quel Dio da cui ha avuto origine ogni cosa. Una sosta per aprire quella finestra che ci permette di contemplare il Cielo.

Gesù non si lascia turbare da questa critica, formalmente giusta ma inquinata da intenzioni poco benevoli. La sua risposta è tagliente e condanna un’interpretazione legalistica che confonde il comandamento di Dio, che impone di osservare lo Shabbat, con le prescrizioni degli uomini che hanno cercato di definire le modalità per applicarlo in modo scrupoloso. Il suo insegnamento poggia su alcune pagine della Scrittura in cui i testimoni più qualificati della fede e della storia d’Israele non hanno avuto timore a infrangere la Legge in determinate situazioni. Per questo, approfitta della critica per dare un criterio che abbraccia ogni ambito dell’esperienza di fede: Gesù ricorda che possiamo e dobbiamo celebrare Dio senza per questo trascurare di dare all’uomo ciò che gli appartiene. Al tempo stesso possiamo e dobbiamo occuparci dell’uomo senza dimenticare Colui che è il fondamento stesso della vita. A volte, nel tentativo generoso di non far mancare nulla alle persone, rischiamo di trascurare proprio Colui che è la vita stessa. Dio non appartiene alle cose necessarie, Lui è semplicemente l’Essenziale. Tutto viene da Lui e tutto è fatto per Lui. La religiosità e l’etica sono modi diversi e complementari per esprimere il nostro amore per Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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