29 luglio 2019

29 Luglio 2019

Parole di vita

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 11,19-27)
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Il commento

“Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro” (11,20). La memoria liturgica c’immerge nella storia evangelica che racconta gli eventi umili e straordinari della venuta del Figlio di Dio nella condizione umana. Ogni volta che apriamo il Vangelo sentiamo il profumo di Dio. È bello rileggere quelle pagine e fare memoria di quei santi che hanno avuto lo straordinario privilegio di incontrare Gesù. Questa scena, che avviene alla vigilia della passione, è tutta avvolta nell’ombra della morte: Lazzaro è morto, lo hanno già posto nel sepolcro; gli amici che affollano la casa manifestano il loro dolore rassegnato (11,19). Dinanzi alla morte l’uomo non può nulla, speri-menta la sua radicale impotenza, come uno che si trova dinanzi a un muro altissimo che non può in alcun modo superare. E invece questa pagina evangelica contiene la più bella notizia, quella che dovrebbe stare al centro dell’esperienza di fede: “Tuo fratello risorgerà” (11,23). Gesù non promette di allungare la vita in modo indefinito e non vende pillole di illusione ma annuncia di essere venuto proprio per donare la vita senza fine: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”. La morte, intesa come evento biologico, non viene soppressa perché appartiene alla condizione umana, è segno della nostra costitutiva fragilità. Le parole di Gesù lasciano intravedere un oltre che non può essere misurato con i sensi ma con la fede. L’annuncio diventa così una provocazione: “Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?” (19,26). Quando ha saputo che Gesù era arrivato, subito Marta esce dalla casa per andare incontro al Maestro (11,20). Questo movimento è l’icona di quello slancio che troviamo all’inizio del cammino di fede. Marta consegna a Gesù il suo dolore e la sua delusione: “Se tu fossi stato qui…”. Gesù non raccoglie la provocazione, la invita a continuare il suo cammino. Era necessario passare attraverso la morte per sperimentare la forza della resurrezione. “Sì, o Signore, io credo” (19,27), dice Marta. È la stessa fede che anche noi oggi vogliamo proclamare.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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