1 agosto 2019

1 Agosto 2019

L’eterno dolore

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,47-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Il commento

…e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti” (13,50). L’ultima parabola ci conduce sulla soglia del giudizio finale quando avverrà la separazione tra buoni e cattivi. L’insegnamento evangelico non si sofferma sulla sorte riservata ai giusti ma mette in luce solo quella riservata ai cattivi. Questi ultimi saranno buttati via, come cosa inutile; inviati nel luogo dell’eterno dolore. Il riferimento al fuoco – altrove collegato alla Geenna (Mt 5,22.29) – fa pensare a quella valle dove veniva bruciata la spazzatura. Immagine eloquente e drammatica per indicare coloro che non sono ritenuti degni. Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega così: “Morire in peccato mortale senza essersene pentiti e senza accogliere l’amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola inferno” (n. 1033). Il Vangelo non offre nessun identikit di coloro che qualifica come cattivi. Alla luce della tradizione ecclesiale possiamo affermare che riceveranno la condanna eterna coloro che hanno rifiutato Dio, sono rimasti ostinatamente chiusi alla grazia, hanno calpestato con arroganza la verità, hanno compiuto il male con piena avvertenza. Il giudizio appartiene a Dio solo e sarà certamente condito di misericordia. E tuttavia, questa drammatica conclusione si presenta come un severo ammonimento e suscita non poco stupore: come può Colui che è eterno Amore “condannare” gli uomini all’eterno dolore? Evidentemente, più che una condanna, si tratta della sofferta risposta di Dio alla creatura che ostinatamente ha chiuso il cuore. Rimane comunque un mistero. Se è già difficile concepire la pienezza dell’amore, resta ancora più incomprensibile pensare ad un dolore senza fine. Teresa di Lisieux crede alla misericordia divina ma sa pure che l’inferno esiste. Per questo s’impegna a pregare per l’impenitente Pranzini, un criminale condannato a morte. Preghiamo anche noi perché nessun uomo sia per sempre escluso dalla contemplazione del volto di Dio.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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