3 agosto 2019

3 Agosto 2019

La luce della coscienza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,1-12)
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

Il commento

Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti; per questo ha il potere di fare prodigi” (14, 2). Sono parole attribuite a Erode che vede nell’agire di Gesù il prolungamento della missione del Battista, il profeta che egli aveva fatto uccidere. Il re è l’immagine più eloquente del potere eppure è costretto a riconoscere che il vero potere è quello di Giovanni perché, nonostante la morte, continua a compiere prodigi. L’affermazione del re è l’eco della cattiva coscienza, anche se non lo dice espressamente, implicitamente riconosce di aver sbagliato. Se il profeta della Galilea gli ricorda il Battista significato che riconosce di aver commesso un grave errore. Nelle parole del re possiamo intravedere la luce della coscienza, cioè la capacità di rileggere gli eventi e di dare il giusto valore alle scelte compiute. Quante volte dobbiamo riconoscere che siamo stati superficiali e/o abbiamo voluto realizzare a tutti i costi un obiettivo che ha causato e lasciato ferite in noi e negli altri. Possiamo fare il male anche senza rendercene conto o senza avere piena avvertenza di tutte le conseguenze; ma non possiamo evitare di riconoscere gli errori commessi, anche se spesso facciamo di tutto per non ammetterlo. Nel momento in cui afferma che Giovanni Battista è risorto dai morti, Erode riconosce che ha fatto male a sopprimere la sua vita. E forse per un momento questo pensiero lo turba ma subito dopo lo scaccia, come una mosca fastidiosa. Un re non può vivere di rimorsi. La luce della coscienza è un debole raggio della verità, può essere il primo passo di un cammino che conduce alla verità tutta intera, ma questo richiede una forza che abitualmente non abbiamo. È più facile nascondere tutto sotto la sabbia e far finta di nulla. E così, soffochiamo ancora una volta la luce di Dio, ci nascondiamo come ha tentato di fare Adamo (Gen 3,8). Se invece, accogliamo l’appello di Dio e iniziamo un vero cammino di conversione, non possiamo riannodare il nastro della vita ma possiamo ritrovare la nostra dignità e impegnarci con più generosità a servizio del prossimo. Erode non ha fatto questo itinerario. Noi chiediamo la grazia di farlo.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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