16 agosto 2019

16 Agosto 2019

Un’alleanza nuova

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,3-12)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Il commento

Non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto” (19,6). Il Vangelo mette insieme le due vocazioni fondamentali: il matrimonio e la consacrazione verginale. Due strade diverse e complementari. È l’unico testo del NT in cui le due vocazioni sono presentate insieme come due facce di una stessa medaglia, due modi diversi di parlare di Dio e manifestare il Regno inaugurato da Gesù. Coltivare la reciprocità vocazionale è un impegno essenziale per custodire il quadro ecclesiale nella sua interezza. Oggi però ci soffermiamo sul matrimonio, un’esperienza che appartiene alla creazione e che troviamo in ogni civiltà e in ogni tempo. Nella luce della fede il matrimonio non si presenta più come una risposta a quel bisogno che appartiene ad ogni uomo e donna ma diventa segno visibile dell’alleanza che Dio vuole realizzare con il suo popolo. Per questo non c’è più spazio per il ripudio (19,6). Gesù precisa che la Legge di Mosè (Dt 24, 1-4) era solo una concessione temporale, d’ora in poi l’uomo e la donna sono chiamati a fare dell’amore un’esperienza che, per quanto fragile e imperfetta, annuncia e incarna la fedeltà di Dio. In fondo, tutta l’esperienza di fede può essere presentata come un’alleanza sponsale, segno sacramentale di quel patto sposale che lega la fragile creatura umana alla santa Trinità. Il matrimonio riprende e manifesta nella sua forma compiuta la prima e fondamentale alleanza del battesimo. Nella misura in cui gli sposi accolgono e vivono il matrimonio come un dono di Dio, diventano segno e annuncio di quell’amore che Dio ha rivelato per mezzo della croce. Gli sposi sono dunque chiamati a vivere una vocazione ben più grande delle proprie forze. “Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza”, leggiamo nella quarta preghiera eucaristica. Noè, Abramo, Mosè… sono i principali attori di questa storia di alleanza che ha poi trovato compimento in Gesù Cristo. Gli sposi sono chiamati a partecipare a questa storia, la loro vita parla di un Dio che per amore dona se stesso. Oggi preghiamo perché il matrimonio venga accolto e vissuto come lo spazio umano di quell’alleanza che Dio vuole donare all’umanità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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