20 agosto 2019

20 Agosto 2019

Oggettivo pericolo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,23-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Il commento

 “In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli” (19,23). Queste parole hanno certamente suscitato un legittimo stupore nei discepoli. Erano abituati a pensare la ricchezza come un segno della benedizione di Dio. E invece, allontanandosi dalla tradizione, il Maestro afferma che il possesso dei beni rappresenta un pericolo oggettivo e rischia di diventare un insormontabile ostacolo nel cammino di fede. È una parola che facciamo fatica a comprendere, oggi più ancora rispetto al passato: la maggior parte della gente è convinta che la gioia della vita dipende da una migliore situazione economica. Questo legittimo desiderio rischia di diventare una sottile ma diffusa forma di idolatria. Per un credente, che sia davvero tale, è Dio la fonte della vita e della gioia, la certezza di vivere con Lui permette di stare in pace anche quando arrivano le tempeste. Il ricco non è solo colui che possiede i beni materiali ma anche colui che li considera come un bene essenziale e fa di tutto per averli. Gesù non chiede a tutti di privarsi di tutto ma invita a misurare ogni cosa – e la vita stessa – con il “regno dei cieli”. È questo il criterio decisivo che implica non solo la ricerca dell’essenziale ma anche la disponibilità a condividerlo per manifestare la carità di Dio.

Teresa di Lisieux è così distaccata da se stessa da non cercare nulla per un proprio vantaggio personale, nemmeno il Paradiso. Non fa il bene per acquistare meriti, non sopporta sofferenze per guadagnare il biglietto d’ingresso. Tutto quello che fa è solo per salvare anime. Tutto e solo per far piacere a Gesù. “Non ho ancora trovato un momento per dirmi: adesso lavorerò per me” (Ultimi colloqui, 14 luglio). Nella scia di questa esperienza, chiediamo la grazia di non attaccarci a nulla che non sia Gesù e che non conduca a Lui, il Signore che riempie di gioia la vita. Oggi suggerisco di recitare questa preghiera per chiedere e custodire un cuore povero: “Ti ringrazio, Signore, per il poco che abbiamo e il molto che non abbiamo”.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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