Le parole della famiglia

Le vacanze insieme: come farle diventare un tempo di riposo interiore?

famiglia vacanze

di fra Vincenzo Ippolito

Oggi pubblichiamo un capitolo del libro “Il piccolo alfabeto della fede in famiglia”, curato dal biblista fra Vincenzo Ippolito. Un volume agile che attraverso le parole più importanti per la famiglia, ci aiuta a compiere quei passi necessari per camminare nella fede rispondendo alla propria vocazione di sposi.

Cara Antonella, 

beati voi che vi trovate in vacanza, come vi invidio! Io sono immerso tra i libri, perduto tra i fogli, perseguitato da mille cose! Vorrei tanto lasciare tutto e raggiungervi, lontano da questa fucina di idee che è la mia stanza. Sono stremato, credimi! Il caldo rende impresa ardua la concentrazione, ma devo ultimare le correzioni di alcuni lavori e non posso rimandare. I miei alunni, che dovranno in autunno discutere le loro tesi, mi stanno con il fiato sul collo e non hanno poi tutti i torti. Come se questo non bastasse, arrivi anche tu, fresca come una rosa e placida come un agnello, a chiedere di inviarti delle riflessioni che possano rendere più fruttuoso questo vostro tempo di riposo insieme. Possibile che non ti siano bastati i nostri ultimi incontri, tutti volti a donarvi un vademecum, perché questo tempo estivo porti la pace, non solo al corpo, soggetto alle quotidiane e frenetiche attività, ma anche al cuore? A dire il vero, non posso darti torto, visto che il periodo estivo è un tempo importante da vivere come famiglia, ora che i figli sono ancora piccoli e non hanno ancora iniziato a spiccare il volo.   

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Hai fatto bene a decidere in anticipo per un tempo di ferie, per trascorrere insieme con Filippo questo periodo tutti insieme. La vita è diventata così frenetica! Si corre senza sosta, in una lotta all’ultimo colpo con se stessi ed il mondo, talvolta senza neppure sapere verso dove si corre e perché si scappi poi tanto. Divorati da un tempo che rendiamo sempre più breve, siamo malati di efficientismo, paralizzati dall’illusione di essere indispensabili. Le nostre attività, il ritmo disumano della quotidianità servono a farci sentire vivi, all’altezza di ogni situazione, padroni della vita, amministratori del tempo che mai ci basta. Se ci fermiamo a pensare, diventano sempre più attuali le parole di Leopardi, nel Canto notturno di un pastore errante per l’Asia: 

Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?”

A pensarci bene, volendo ragionar senza nasconderci, scappiamo sì, ma da noi stessi e dall’inquietudine del cuore, incapaci di sgravarci l’anima da quanto più ci rende doloroso il procedere. E così, perfino le vacanze diventano una continua corsa, per evitare di pensare, visto che gli uomini vanno ad ammirare le vette dei monti, le onde enormi del mare, le correnti amplissime dei fiumi, la circonferenza dell’Oceano, le orbite degli astri, mentre trascurano se stessi, scrive Agostino (Confessioni X 8. 15). 

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Com’è diverso, invece, Gesù da noi! Non corre e non si agita, non ha paura di fermarsi al pozzo di Giacobbe perché sfinito, né di riposare sulla barca, mentre i suoi lavorano per traghettarlo all’altra riva. Semina senza lentezze la parola del Padre, ma si dona del tempo per riposare e riprendere forza. Betania, a pochi passi da Gerusalemme, è la sua oasi di pace, la casa di Lazzaro il luogo dove si sente accolto, amato, mai infastidito. Lì san Luca disegna la scena di un riposo abitato dall’ascolto, dove la sosta ristora il cuore di Maria, chiamando Marta ad un’autentica conversione. Betania è la casa dell’amicizia quasi a dire che non c’è riposo senza amore, non c’è pace senza essere attesi, non esiste ristoro per il corpo senza fermarsi, allontanandosi dal chiasso della quotidianità. Gesù non conosce la fretta, perché lui è la pace vera che scende dal cuore del Padre, lui stesso è il settimo giorno, il tempo dell’uomo abitato dalla comunione perfetta con Dio e tra gli uomini. 

“Datti tempo, prenditi a cuore” mi diceva il maestro di noviziato, vedendomi scappare per i corridoi. “Entra nel ritmo della natura” mi ripeteva mentre andavamo in montagna. È quello che ti dico anch’io: datti tempo, cara Luisa, per rientrare nel ritmo della tua vita come faceva Gesù, per riappropriarti del tuo corpo, dei pensieri, dei sentimenti e dei sogni. Lasciati alle spalle il lavoro e rifugiati nella tua Betania insieme con Mariano. Fermatevi lì, donatevi l’uno all’altro attraverso le parole, progettate il futuro guardando senza paura le vostre fragilità e grandezze. Prenditi cura di lui e vivi la spensieratezza dello stare insieme, dell’essere amici, sposi e compagni. In questo tempo non esistete che voi! Entra, con delicatezza, nel ritmo della vita dei tuoi figli, fai loro gustare il tempo dell’età che vivono, con le luci e le ombre che ciascuno porta con sé. Organizzate insieme le vostre giornate, le uscite ed i giochi, lasciando parlare Dio nel silenzio dell’essere riuniti nel nome di Gesù. Fate tutto con gioia senza preoccuparvi di nulla, sapendo che il tempo vi è dato per crescere nell’amore. Tienilo a mente: il tempo ci è dato per crescere nell’amore, nell’essere immagine e somiglianza di un Dio che ama fermarsi e contemplare quanto ha compiuto e perdersi nel dire a se stesso: “È cosa buona!”

Buone vacanze, Antonella, e non preoccuparti per me, Andrea non dovrà cedermi il letto quest’anno. Credo che sia bene ritornare dal mio maestro di noviziato in quei luoghi a me tanto cari. Se non mi vedi in giro al tuo ritorno, sarò tra i boschi, immerso nel verde, perduto nella natura, perseguitato unicamente dal desiderio di trovare in Cristo la pace.

Preghiera 

Per chiedere la grazia del riposo

Signore Gesù, 
che da Figlio di Dio ti sei fatto figlio dell’uomo 
e da eterno ha voluto entrare nel tempo, 
per donarci l’amore del Padre. 
Tu sai quanto la fretta e l’ansia 
impediscano al cuore di generare la pace,
perché Tu stesso hai condiviso la nostra storia, 
entrando nel ritmo frenetico delle nostre giornate. 
Donaci, ti preghiamo, 
di saper contare i nostri giorni, 
di entrare consapevolmente nel ritmo della vita, 
senza lasciarci vincere dalla legge del tutto e subito
imparando da te ad imprimere un senso 
ad ogni nostro cammino.
Concedi al cuore la pazienza dell’agricoltore 
per seminare con speranza e raccogliere con gioia,
superando l’inverno che custodisce il pane sotto la neve.
Come hai chiamato i tuoi discepoli in un luogo appartato, 
a vivere il riposo e la pace, stando con te,
così concedi tempi di sosta alla nostra famiglia, 
per ritemprare il cuore 
e condividere nella semplicità dell’amore
la nostra vita insieme. Amen. 

 
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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