Maternità surrogata

Ucraina, bambina rifiutata perché disabile. Il vero volto della maternità surrogata…

di Ida Giangrande

Si chiama Bridget, ha tre anni ed è disabile. Nessuno si prende cura di lei al momento, i genitori committenti l’hanno abbandonata perché nata difettosa, la mamma surrogata nemmeno a pensarci e ora cosa ne sarà di lei?

La notizia ci arriva grazie ad un reportage della Abc news, storica emittente televisiva statunitense e non è purtroppo la prima inchiesta giornalistica che svela gli inquietanti retroscena della pratica della maternità surrogata. 

Siamo in Ucraina stavolta, Matthew Scott Etnyre, 39 anni, e la moglie Irmgard Pagan, 61, stipulano un contratto di utero in affitto. Nel febbraio 2016 la madre surrogata, che vive a Donetsk, mette al mondo due gemelli alla 25esima settimana di gestazione. Uno muore. L’altra è Bridget, una bimba che pesa appena 800 grammi. I medici riscontrano fin da subito gravi danni cerebrali. La coppia americana è delusa, volevano un figlio sì ma lo volevano perfetto. Non sono disposti a portarsi a casa un prodotto difettoso e rifiutano la bambina. Tornano in California e dopo cinque mesi, con una lettera formale chiedono ai medici di «staccare la spina» alla piccola Bridget, visto che le sue condizioni sembravano irreversibili. Ma Bridget continua a vivere. 

La bambina è legalmente figlia dei due americani, non ha la cittadinanza ucraina, non può essere dichiarata adottabile e dunque resta in orfanotrofio, compromettendo le possibilità di ripresa che avrebbe avuto in una famiglia amorevole.

Due anni dopo la nascita i coniugi inviano un ulteriore documento, «firmato alla presenza del console generale dell’ambasciata Usa», in cui danno il loro consenso all’adozione di Bridget. Ma questo non cambia la sorte della piccola.

Ma la vita si sa, è incontrollabile e inaspettatamente Bridget vive, cresce e oggi ha 3 anni e mezzo, è disabile, ha un ritardo intellettivo e motorio e non ha mai avuto l’amore di una famiglia. L’infermiera che segue Bridget da quando è nata, Marina Boyko, la fa giocare, la abbraccia e assicura che la piccola bionda è in grado di capire ciò che le si dice. Il Garante dell’Infanzia ucraino è al corrente dei fatti, conosce la storia di Bridget e tra le righe dichiara che i figli della surrogata scartati dai committenti come prodotti di fabbrica riusciti male, sono almeno una decina. I casi noti. Non osa immaginare cosa si nasconda dietro il traffico illegale di uteri! 

In Ucraina la surrogata commerciale è legale per le coppie eterosessuali sterili anche straniere e in pochi anni, con la sua rete di cliniche e di madri portatrici, assoldate tra le ragazze più povere ovviamente, è diventata una delle mete favorite per gli aspiranti genitori. Tuttavia, casi come questo non sono nuovi. Ci siamo occupati in questa sede della storia del piccolo Gammy, il bambino affetto da sindrome di Down abbandonato dalla coppia committente alle cure della mamma surrogata, povera e priva di mezzi necessari per crescerlo in Thailandia.

Leggi anche: Rifiutato perché down! Quanti avranno la stessa sorte di Gammy? 

La triste sorte di Gammy colpì l’opinione pubblica al punto tale che oggi sia la Thailandia che l’India in cui anche si era verificato un caso analogo, hanno messo al bando ufficialmente per gli stranieri l’utero in affitto. Il mercato asiatico si è ristretto, dunque, lasciando ancora più spazio all’Ucraina ma quali altre atrocità dovremo trovarci a denunciare in futuro?




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