27 agosto 2019

27 Agosto 2019

Il confine del possibile

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,23-26)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

Il commento

Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle” (23,23). Gesù non condanna i farisei per l’osservanza scrupolosa dei precetti rabbinici, anche quelli che in apparenza sono del tutto marginali. Anzi, sembra confermare la loro validità. La sua affermazione non sorprende ma ribadisce un criterio che Matteo ha posto all’inizio del Vangelo: “Non sono venuto per abolire ma a dare pieno compimento” (5,17). A giudizio del Maestro, i gesti della religiosità aiutano il credente a percepire la presenza di Dio nella vita ordinaria. Per restare agli esempi usati da Gesù, pagare la decima dei prodotti della terra significa ricordare che tutto viene da Dio e tutto appartiene a Lui. La Legge antica chiede di vivere ogni cosa sotto lo sguardo di Dio. A ben vedere non è una piccola cosa ma il cuore della fede. La fedeltà ai precetti deve essere custodita con cura ma può anche diventare una maschera oppure un alibi per non accettare le sfide più impegnative. Per questo Gesù chiede di non fermarsi alla superficie e di non trascurare quei comandamenti che rappresentano le grandi vie della santità: “la giustizia, la misericordia e la fedeltà” (23,23). È questa la prima e più grande sfida della vita: imparare a distinguere ciò che è davvero essenziale da quello è accessorio; ciò che è utile da ciò che invece è strettamente necessario. Per imparare a compiere un retto discernimento nelle diverse e impreviste situazioni della vita, dobbiamo aprire il cuore alla grazia. Ci sono scelte definite e codificate dalla Chiesa e dalla tradizione spirituale ma c’è un ampio spazio affidato alla libertà dell’uomo. Chi ama, non si accontenta di corrispondere agli obblighi della legge e non teme di superare il confine del possibile.

Le parole di Gesù ci invitano e ci costringono a fare un serio esame di coscienza. Non siamo spettatori non paganti ma discepoli che si lasciano interpellare e giudicare dalla Parola. chiede cioè di non misurare la nostra vita con le nostre esigenze ma con le attese di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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