3 settembre 2019

3 Settembre 2019

Lasciami in pace

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,31-37)
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Il commento

Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?” (4,34). Quando la Parola viene annunciata con autorità, il male è costretto a uscire dal suo nascondiglio. “Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto ai suoi occhi” (Eb 4,13). L’evangelista descrive efficacemente le resistenze che l’uomo oppone alla grazia: si ribella, recalcitra, accusa. Le parole che l’evangelista attribuisce al maligno sono le stesse che tante volte germogliamo nel nostro cuore quando il Signore invita a modificare lo stile di vita o chiede altroe invita ad andare oltre. In questi casi, non raramente prendiamo le distanze, avanziamo le nostre obiezioni, contiamo i passi e le scelte che abbiamo già fatto: “Cosa vuoi ancora da me?”.Pensiamo di aver già fatto abbastanza e abbiamo l’impressione che il Signore chieda troppo. Non ci sentiamo capaci di accogliere altri appelli. Il Signore apre altri orizzonti perché vuole dare a tutti la salvezza. E noi invece, chiusi nel nostro orizzonte limitato, gli diciamo: “Sto bene, lasciamo in pace, non mi manca niente. È vero, ci sono problemi ma so come affrontarli”. Non vogliamo essere disturbati. In fondo, non crediamo di avere bisogno di essere salvati, abbiamo tutto ciò che serve per una vita buona. solo se emergono particolari condizioni di disagio, malattie o altre cose di una certa gravità, solo allora lanciamo il nostro SOS. Se l’ascolto della Parola non ci scuote, abbiamo di che preoccuparci, vuol dire che abbiamo già indossato il giubbotto antiproiettile, ci sentiamo a posto, non permettiamo alla parola di toccare e ferire la nostra vita. Se invece c’è lotta, una lotta che può durare anche anni, talvolta, prima di arrenderci, allora vuol dire che siamo disposti a combattere la nostra battaglia. Oggi chiediamo la grazia di non alzare barriere e di accogliere con gioia la Parola anche quando suggerisce o impone cambiamenti faticosi, anche quando chiede di fare scelte che costano, proprio quelle che, per paura o pigrizia, non abbiamo messo in agenda.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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