
CORRISPONDENZA FAMILIARE
di don Silvio Longobardi
A voi sposi, dico: imparate ad amarvi secondo il cuore di Dio
9 Settembre 2019

Nel blog di oggi, don Silvio suggerisce agli sposi un decalogo per vivere in pienezza l’avventura del matrimonio come un tempo di grazia e di santificazione.
Ricevo molte lettere da parte di amici che desiderano condividere con me la loro vita. La maggior parte sono di sposi che mi affidano le loro piccole e grandi necessità: la gioia della fede, l’apertura alla vita, l’impegno della carità, la fatica di tutti i giorni, i dubbi e le lacrime dei giorni oscuri. Raccolgo tutto in questa preghiera che ripeto spesso: “Signore, custodisci tutti nell’amore, nel Tuo amore”.
Ogni famiglia è come seme gettato nella terra che cresce e germoglia nel nascondimento. La vita della comunità domestica cammina nei sentieri di una quotidianità vestita di fatica ma anche intessuta di amore. Una vicenda che per i credenti non è immersa nel caos né abbandonata al caso ma è tutta avvolta dalla presenza provvidenziale di Dio che guida tutti verso la pienezza. Non è sempre facile discernere la luce di Dio in una società dominata spesso dalla confusione di voci e di suoni. Ma è necessario, oggi più che mai, se vogliamo dare il giusto valore ai singoli eventi e custodire la meta.
In questi anni ho avuto modo di parlare e scrivere a tanti sposi. Posso dire che è il mio pane quotidiano. Tante volte ho consegnato suggerimenti e ammonimenti, ho dovuto correggere e incoraggiare. Ho pensato perciò di raccogliere alcune parole da offrire agli sposi. Una sorta di decalogo che nasce dal desiderio di sollecitare in ogni coppia una riflessione e una verifica.
- Vivete ogni cosa nella luce di Dio. Non restate prigionieri di quella cultura orizzontale che allontana Dio dal vivere quotidiano. Dio è il Principio, cioè la sorgente dell’amore. È Lui che ama per primo ed è sempre Lui che traccia la via dell’amore, dona un amore che abbatte ogni barriera. È Lui che dona agli sposi la capacità di donarsi all’altro secondo quella misura che Gesù ha rivelato. Chi accoglie l’amore di Dio, impara a coltivare l’amore coniugale.
- Le buone intenzioni non reggono. Il Vangelo ricorda che se la casa non è fondata sulla roccia, crolla quando arrivano le tempeste della vita. Restate nell’abbraccio della Chiesa, costruite e coltivate legami di amicizia che vi aiutano a custodire lo sguardo su ciò che è davvero essenziale e che non vi abbandonano nel tempo della prova.
- Imparate a fare il primo passo. Nel matrimonio ciascuno ha bisogno dell’altro ma la comunione coniugale cresce solo se ciascuno, mettendo da parte le proprie esigenze, s’impegna ad amare l’altro con gratuità.
- Non sono le cose che rendono più bella vita. Accontentatevi di quello che avete e non spendete tempo ed energie preziose per aggiungere cose che possono rendere più comoda la vita ma tolgono spazio ai tempi della vita coniugale.
- Attenti all’abitudine: l’aggettivo familiare indica qualcosa che conosciamo o pensiamo di conoscere abbastanza bene. Questa presunzione fa perdere talvolta la bellezza di quelle piccole cose che vestono di luce la vita. Non cadete nella routine che annebbia lo sguardo e fa apparire superflui i gesti quotidiani dell’amore.
- Ricordate che non siete soli. Evitate la presunzione di fare tutto con le proprie forze; e l’illusione di fare le cose senza sforzo. Sono due errori che spesso s’intrecciano e generano delusione e stanchezza. Il presente, con le sue asprezze, è il luogo della vita e della gioia.
- Date spazio al dialogo coniugale: comunicate con frequenza, l’uno all’altra, la gioia di essere sposi, nonostante la fatica e i limiti che accompagnano il vostro cammino di coppia. È bello sentire: “Sono contento di stare insieme a te e di affrontare con te l’avventura della vita”. La gioia di stare insieme è la forza della vita domestica.
- Non abbiate paura dei sacrifici. Non si può amare e donare se stessi se non siete disposti a rinnegare voi stessi. Ogni vero amore mette alla prova e spesso conduce gli sposi attraverso vie strette e ripide. Accettate con amore i sacrifici e fate della vita coniugale l’altare in cui si rinnova l’offerta di Cristo.
- Il matrimonio è una via, il traguardo finale è l’eternità. L’abbraccio che unisce gli sposi appartiene a questa vita, accompagna i giorni dell’esistenza. Sostenendosi l’un l’altro, gli sposi fanno del matrimonio un cammino che termina nell’abbraccio definitivo con Dio.
- In Cristo l’amore rinasce. Gesù riporta il matrimonio alla sua primitiva bellezza ed offre agli sposi un vino ancora più buono, un vino che nessuno aveva ancora assaggiato. È il vino della Pasqua, il vino dell’amore crocifisso. Gli sposi che bevono quel vino diventano segno della nuova alleanza, testimoni di quell’amore che non teme la morte e si manifesta nel donare la vita.
La vita è complessa e imprevedibile ma proprio per questo è necessario avere punti di riferimento sicuri, acquisire uno stile di vita che dia una forma e un’identità all’esperienza coniugale. Lo consegno a tutti gli sposi nella speranza che possa aiutare ciascuna coppia a compiere i passi concreti di quella coniugalità che rappresenta il cuore pulsante della vita familiare.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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