14 settembre 2019

14 Settembre 2019

Un Dio che ci vuole bene

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,13-17)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Il commento

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (3,17). L’azione di Dio nella storia dell’umanità viene riassunta in tre verbi: innalzare, amare e salvare. Il primo verbo fa riferimento al Figlio e richiama l’evento della Croce, mistero di morte e di gloria, centro e cuore di tutta la vicenda umana. Il secondo verbo spiega che tutto scaturisce dal Padre che governa con amore ogni cosa ed è pronto a consegnare il Figlio Unigenito. Il terzo verbo annuncia l’opera dello Spirito compie lungo i secoli per far arrivare a tutti quella vita piena che sgorga dalla Croce. Tutto questo è molto consolante. Siamo nelle mani di un Dio che ci vuole bene e fa di tutto – ma proprio tutto! – per riempire di vita i nostri giorni. La Croce manifesta la vittoria di un amore che risplende tra le tenebre del rifiuto; e annuncia che il vero rinnovamento dell’umanità si realizza dove qualcuno è disposto a fare della sua vita un dono. Siamo tutti chiamati a partecipare a questa storia luminosa mettendo tutte le energie e ogni nostra capacità al servizio di Dio. La Croce ricorda che non possiamo diventare collaboratori di Dio se non siamo disposti a soffrire per Lui. Nessuno vorrebbe coniugare questo verbo ma tutti sono affascinati dall’amore. Oggi non chiediamo di soffrire ma di amare. Chiediamo un amore forte e capace di affrontare le difficoltà e vincere ogni ingiustizia. La Croce non è un’idea ma un fatto. Contemplando questo mistero, comprendiamo che non basta rinnovare una generica la disponibilità, dobbiamo rispondere in modo concreto. Non pensiamo subito alle grandi sofferenze. Teresa di Lisieux sottolinea il valore e la forza dell’amore. Per questo lei cerca le “piccole occasioni, quelle cose da niente che fanno piacere, più piacere a Gesù dell’impero del mondo o perfino del martirio sopportato generosamente: per esempio, un sorriso, una parola amabile quando avrei desiderio di non dire nulla o di avere l’aria annoiata” (LT 143). È questa la sua piccola via. Chiediamo la grazia che diventi anche la nostra.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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