16 settembre 2019

16 Settembre 2019

Abbatte tutte le barriere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,1-10)
In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Il commento

Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!” (7,9). La pagina evangelica racconta la storia di due uomini – un Rabbì ebreo e un soldato romano – che percorrono vie radicalmente diverse, destinate a non intrecciarsi. E invece s’incontrano perché Gesù è venuto proprio per abbattere ogni barriera. Il racconto termina con l’elogio che Gesù riserva al centurione,  annuncio profetico di una storia che unisce i popoli in uno stesso abbraccio. Il Figlio di Dio abbatte ogni barriera: nella sua persona Cielo e terra s’intrecciano, la natura divina e quella umana sono per sempre unite. Questa fondamentale unità genera una storia che elimina ogni divisione: presentando un pagano come modello di fede, Gesù abbatte le barriere religiose. Accogliendo la sua richiesta, manifesta che la benevolenza di Dio si rivolge a tutti e non soltanto ai figli d’Israele. È doveroso anche notare che l’episodio evangelico mostra che è stata abbattuta la barriera sociale che separava il servo dal padrone. Il centurione, icona di chi ha il potere, s’interessa della sorte di un suo servo e non teme di mettere in gioco la sua autorità pur di restituirgli la salute. È una suggestiva immagine di quella carità che abbatte la barriera che ordinariamente divide l’uomo libero dallo schiavo. Tutte le barriere sono abbattute in nome di una fede che ci fa riconoscere di essere figli di uno stesso Dio; e in nome di una carità che vede l’umanità prima di ogni altra divisa o appartenenza.

Ogni pagina di Vangelo è una feconda provocazione. “Non c’è più né giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, perché in Gesù tutti siamo stati resi uno” (Gal 3,28). Oggi chiediamo la grazia di non restare schiavi di pregiudizi e/o di quelle precomprensioni che costruiscono barriere ed impediscono di incontrare e accogliere gli altri come persone. Chiediamo anche la grazia di apprendere e testimoniare una carità che ci aiuti a fare della Chiesa un ponte che unisce popoli diversi in quest’unica umanità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.