22 settembre 2019

22 Settembre 2019

La vera ricchezza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,1-13)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Il commento

Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne” (16,9). Con una parabola intrigante e per tanti aspetti sorprendente, Gesù insegna qual è la sapienza che deve orientare i nostri passi e le nostre scelte. Il protagonista del racconto è un amministratore che impiega tutta la sua abilità per assicurarsi un avvenire meno incerto. È l’icona di una mentalità che possiamo racchiudere in questa sola parola: benessere, cioè stare bene, vivere nel modo più piacevole possibile. Una scelta comprensibile ma ingannevole: se nulla sappiamo dell’oltre, se non abbiamo notizie precise, meglio scommettere la vita su quello che conosciamo con certezza. Chi ragiona in queste termini vive l’esistenza come una prigione, uno spazio delimitato da confini precisi. Il Vangelo propone un’altra visione delle cose, chiama “ricchezza disonesta” i beni di questo mondo e annuncia che la vera ricchezza è la vita eterna. I beni di questo mondo, quelli che tutti cercano ansiosamente come se fossero essenziali, sono carta straccia rispetto alla gioia di entrare nell’abbraccio di Dio. L’insegnamento evangelico non si limita a condannare le ricchezze materiali né chiede un’applicazione più rigorosa della giustizia sociale. Chiede piuttosto di misurare tutto con l’eterna beatitudine. È questo il tema decisivo. Qui si perde o si vince. Se lo scopo della vita è quello di farsi amici coloro che un giorno ci accoglieranno nell’eterna dimora, tutte le scelte dovrebbero essere subordinate a questo obiettivo. Questa ricchezza non si misura e non si conquista con i beni materiali ma attraverso la fiducia in Dio. Questa sapienza contrasta con la logica del mondo e appare poco affidabile. I santi invece certificano che è questa la via della gioia. Oggi ci affidiamo alla materna intercessione della Vergine Maria, seguendo il suggerimento di san Luigi Maria Grignion de Montfort:  “tutto si riduce a trovare un mezzo facile per ottenere da Dio la grazia necessaria per diventare santi; ed è proprio questo che voglio insegnarti. E ti dico che per trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria”.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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